Al via il nuovo triennio dell’Azione cattolica

Si è aperta con il ricordo di Vittorio Bachelet – già presidente dell’Azione cattolica italiana, assassinato, 40 anni fa, dalle Brigate Rosse – l’assemblea elettiva dell’Ac della diocesi di Como. Circa 200 gli associati presenti domenica 16 febbraio a Como, nell’Auditorium del Collegio Gallio. “Là dove abita Dio” è il titolo che ha accompagnato l’incontro, ispirato a testo del filosofo Martin Buber. «Ciò che conta è lasciar entrare Dio – ha detto Paolo Bustaffa, presidente uscente, nella relazione introduttiva –. Ma lo si può lasciar entrare là dove ci si trova realmente, dove si vive una vita autentica». L’assemblea elettiva diocesana è stata costruita attraverso «i contributi delle Associazioni parrocchiali, quelli del Consiglio diocesano e le linee associative verso il futuro – ha aggiunto Bustaffa –. Si amplia e si completa nella riflessione sul cammino del cristiano, sull’essere un ricercatore di senso, sull’essere un mendicante della Verità, sull’essere testimone e annunciatore dell’incontro con la Misericordia di Dio. “Lasciar entrare Dio”, che bussa alla porta della coscienza senza scardinarla, è accogliere e quindi compiere un atto di libertà, un atto di amore. Nel “lasciar entrare Dio” , il Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo, c’è l’essenziale del cammino dell’Azione cattolica». Durante l’assemblea è stato presentato, emendato e votato il documento assembleare, poi consegnato ai nuovi eletti nel consiglio diocesano di Ac. Al loro interno il Vescovo Oscar, presente all’assemblea per tutti i lavori del mattino, indicherà il presidente per il triennio che si è aperto da domenica scorsa. «Quella dell’Ac è una proposta esigente di vita cristiana – ha detto il Vescovo nell’omelia della Messa -. Un cammino di testimonianza di Vangelo, a servizio del Bene comune». In attesa di conoscere chi presiederà l’Ac diocesana, monsignor Cantoni ha intanto annunciato il nome del nuovo assistente unitario dell’Azione cattolica e del Settore adulti. È don Marco Zubiani. Ricoprirà l’incarico continuando a essere parroco di Ardenno. Don Marco succede a don Roberto Secchi, da settembre nominato segretario del Vescovo. «L’Azione cattolica è la mia famiglia», ha detto commosso don Roberto. «Lavoreremo insieme nel solco della grande testimonianza dell’Ac – ha assicurato don Marco –. Lo faremo con rispetto, coraggio e generosità, ma anche con il cuore leggero e sereno». Durante l’assemblea, particolarmente toccante è stata la testimonianza di Giovanna Ambrosoli, nipote di padre Giuseppe Ambrosoli, medico e missionario comboniano che ha dedicato la sua vita agli ultimi di Kalongo, nel nord Uganda, con un’attenzione particolare per i bambini e le mamme. Padre Ambrosoli, nativo di Ronago (Co), che formò la sua vocazione umana, missionaria e sacerdotale in Azione cattolica, sarà presto proclamato beato, dopo il riconoscimento del miracolo avvenuto per sua intercessione (il decreto è di novembre 2019). «Padre Giuseppe continua a vivere nelle persone che ha incontrato e salvato – ha affermato Giovanna –. La sua fede si è nutrita nell’Azione cattolica e nei “Cenacolini” fondati da don Silvio Riva. In tanti ricordano ancora lo zio, con la sua Moto Guzzi rossa, andare in giro in parrocchia, per incontrare le persone, chiamarle agli incontri dell’Ac». Forte il ricordo delle circostanze in cui avvenne la morte di padre Giuseppe: «erano i giorni più duri della guerra, con l’ospedale, che aveva costruito con tanti sacrifici, assediato e costretto all’evacuazione. Morì proprio nel momento in cui era giunto a destinazione, all’ospedale di Lira che avrebbe potuto curarlo». A raccogliere la sua eredità, padre Egidio Tocalli: «quando fu possibile tornare a Kalongo, padre Egidio si trovò di fronte a un piccolo miracolo. La struttura era intatta, nessun saccheggio. Si poteva riaprire per accogliere i malati e formare le giovani alla scuola di ostetricia». L’ospedale padre Ambrosoli conta oggi 350 posti letto, assicura assistenza a 50mila pazienti all’anno, mentre la scuola di Ostetricia ha diplomato oltre 1500 giovani, abilitate a lavorare in tutta l’Africa, perché formate in lingua inglese. Un testimone vero di impegno e di fede. Come Serafino Cavalleri, per 30 anni volontario a Kalongo,
anche lui, con sua moglie (presente domenica), iscritto all’Ac. In chiusura, l’assemblea è stata l’occasione per esprimere il profondo senso di gratitudine al consiglio uscente. In particolare al presidente Paolo Bustaffa, che ha guidato l’Azione cattolica della Diocesi di Como per due mandati. «In questi sei anni ti sei impegnato a ridare forza e dignità al pensiero, nella nostra associazione con i suoi oltre 150 anni di storia, mettendo al centro i giovani, dando nuove motivazioni agli adulti, valorizzando la sinodalità e il bene comune, con pacatezza e capacità di mediazione. Sono stati anni di grazia per la nostra Chiesa». Questo, in sintesi, il messaggio indirizzato dall’associazione al presidente uscente. «Non nascondo la mia commozione», ha risposto Bustaffa nel ricevere due doni significativi: un tablet, per essere sempre all’opera, e un puzzle da 2mila pezzi che rappresenta il mondo (2mila tanti quanti gli iscritti all’Ac diocesana, che «vive nel mondo, perché è lì che abita Dio»). «Sono stati anni impegnativi nel segno di amicizia e diocesanità – ha concluso Bustaffa –. Porto con me il ricordo di tanti incontri e tanti volti. Ringrazio chi mi ha preceduto e ringrazio chi ha camminato con me, dandomi la possibilità di crescere come persona».
ENRICA LATTANZI per IL Settimanale del 20 febbraio 2020

condividi su