“Ascoltare, tutelare, proteggere e curare i minori abusati, ovunque essi siano”

La parola più ricorrente per descrivere la piaga degli abusi: “Male”. L’antidoto più efficace: “Ascoltare, tutelare, proteggere e curare i minori abusati, ovunque essi siano”. Nel discorso con cui ha concluso l’incontro in Vaticano su “La protezione dei minori nella Chiesa”, durato mezz’ora e salutato dall’applauso dei 190 partecipanti riuniti nella Sala Regia del Palazzo Apostolico, Papa Francesco ha chiesto un’azione a 360° per difendere centinaia di milioni di bambini nel mondo dai “lupi voraci” pronti a divorarne il corpo e l’anima.

“Il risultato migliore e la risoluzione più efficace che possiamo dare alle vittime, al popolo della Santa Madre Chiesa e al mondo intero sono l’impegno per una conversione pastorale e collettiva, l’umiltà di imparare, di ascoltare, di assistere e proteggere i più vulnerabili”, dice alla fine del suo discorso, lanciando “un sentito appello per la lotta a tutto campo contro gli abusi di minori, nel campo sessuale come in altri campi, da parte di tutte le autorità e delle singole persone, perché si tratta di crimini abominevoli che vanno cancellati dalla faccia della terra: questo lo chiedono le tante vittime nascoste nelle famiglie e in diversi ambiti delle nostre società”.

“È giunta l’ora di collaborare insieme per sradicare tale brutalità dal corpo della nostra umanità, adottando tutte le misure necessarie già in vigore a livello internazionale e a livello ecclesiale”, la ferma determinazione del Papa, dopo il “mea culpa” pronunciato nella celebrazione penitenziale del sabato sera. È il momento, sostiene, di “dare direttive uniformi per la Chiesa”, evitando “i due estremi di un giustizialismo, provocato dal senso di colpa per gli errori passati e dalla pressione del mondo mediatico, e di una autodifesa che non affronta le cause e le conseguenze di tali delitti”.

“Siamo dinanzi a un problema universale e trasversale che purtroppo si riscontra quasi ovunque nel mondo”, il punto di partenza della disamina di Francesco, che snocciolando i dati delle varie organizzazioni e organismi nazionali e internazionali fa notare come essi non rappresentino “la vera entità del fenomeno, spesso sottostimato principalmente perché molti casi di abusi sessuali su minori non vengono denunciati”, in particolare quelli – numerosissimi – che avvengono in ambito familiare. Senza contare lo sviluppo del web, che ha fatto aumentare a dismisura i casi di abusi e violenze perpetrate “on line”, e la piaga della pornografia, un fenomeno in continua crescita anche nel comparto dei minori, con abusi commissionati e seguiti in diretta attraverso la rete. Altra piaga: il turismo sessuale, per il quale ogni anno milioni di persone si mettono in viaggio per avere rapporti sessuali con i bambini.

Il fatto che la piaga dell’abuso sia universale – precisa Francesco – non ne diminuisce la gravità all’intero della Chiesa: “Se nella Chiesa si rilevasse anche un solo caso di abusi- che rappresenta già di per sé una mostruosità – tale caso sarà affrontato con la massima serietà”. La Chiesa ha il dovere di ascoltare “questo soffocato grido silenzioso”.

Davanti al “mistero del male”, che si accanisce contro i più deboli, non basta “arginare gli abusi gravissimi con misure disciplinari e processi civili e canonici”: bisogna anche “affrontare con decisione il fenomeno sia all’interno che all’esterno della Chiesa”, partendo dalla consapevolezza che ogni abuso è prima di tutto un “abuso di potere”.

In allegato la pagina dedicata dal Settimanale della Diocesi di Como all’incontro delle conferenze episcopali mondiali

 

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