Chiamare i Chiamati

La chiamata a seguire Gesù nel presbiterato, se è autentica, e non una semplice auto candidatura o un frutto di un entusiasmo momentaneo, viene sempre da Lui, il Padrone della messe, che prende per primo l’iniziativa e raggiunge i singoli nei modi più diversi. È sempre bello e stupefacente ascoltare le testimonianze dei vari chiamati ed è motivo di giubilo e di stupore considerare come il Signore continui a raggiungere e a interpellare i giovani, anche quelli di oggi. Li affascina in modo così intenso che ogni chiamato, se lo vuole, giunge a considerare tutto il resto come una “perdita” al motivo di seguire Gesù nel servizio alla Chiesa. Prova ne è che se ascoltiamo il racconto della chiamata da parte dei nostri seminaristi non c’è n’è una che assomigli all’altra. E’ così perché Dio non si ripete mai, Egli si adatta alle singole persone, tutte originali e uniche, e li colma dei suoi doni, appassionandoli alla vita evangelica e al servizio degli altri.

Naturalmente Dio chiama attraverso tante mediazioni umane, nei modi e nei tempi più diversi. In ogni racconto di vocazione, all’origine e nell’evolversi del tempo, c’è sempre qualche persona che “fa da tramite”, che risveglia, che interpella, a volte anche senza accorgersene, a partire da situazioni storiche ben precise, da momenti intensi di preghiera e di riflessione, magari in occasioni in cui si riflette sul significato della esistenza. Più spesso il Signore chiama attraverso persone che vivono con gioia il dono di sé nella semplicità, ma anche con gran cuore, frutto di una generosità a tutto campo, chiama soprattutto attraverso sacerdoti contenti del loro sacerdozio. La chiamata di Gesù a seguirlo raggiunge oggi i giovani attraverso chi è convinto che il sacerdote è oggi necessario per aiutare tutti i battezzati a crescere nella fede, per animare la vita di comunione delle nostre Comunità, per allargare gli orizzonti della carità, che vada al di là dei propri confini, perché Dio ama tutti, anche coloro che non lo conoscono o non lo amano.

Oggi, nelle nostre Comunità di fede è importante la presenza di persone che chiamano espressamente a seguire Gesù. Non si tratta di chiamare in modo sconsiderato, quasi si trattasse di una semplice propaganda, del tutto inutile, ma di individuare giovani disponibili a impostare la vita con creatività, generosi nel vivere nella dimensione del dono, entusiasti di qualificarsi come una presenza d’amore verso tutti, dentro le nostre Comunità di fede e a servizio del mondo. In questo modo è evidente che la chiamata non è più una iniziativa del singolo, ma è una risposta, quale frutto maturo, a una Comunità cristiana attraente, che lascia intravvedere una vitalità che va oltre se stessa e presenta il ministero ordinato del presbitero come un modo significativo e bello per vivere una esperienza cristiana profonda e globale.

Perché ci siano risposte è necessario chi chiama, in nome del Signore! È un atto di coraggio, di assunzione di responsabilità, ma anche di fiducia e di stima verso chi è chiamato. Poi tutto dipende dalla sua libertà e dalla capacità di osare…

+ Vescovo Oscar

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