Festa dell’Apparizione Madonna di Tirano

Oggi, come ogni domenica, è il giorno in cui facciamo memoria del Signore risorto. Viviamo insieme nella gioia il rendimento di grazie mediante questa solenne Eucaristia, in unità con tutte le altre parrocchie della nostra diocesi e in particolare comunione con i nostri  pastori, assenti a questa celebrazione per il loro ministero e che si affidano alle nostre preghiere.

Il santuario di Tirano è un punto ecclesiale obbligato di convergenza, un luogo benedetto, visitato dalla nostra madre Maria, che continua a pregare per noi Cristo, suo figlio.

Oggi abbiamo la possibilità di fare memoria una volta ancora dell’anniversario della apparizione, avvenuta nell’ anno 1504, a un uomo semplice e umile, il tiranese Mario Omodei. Capita costantemente così, in ogni luogo in cui Maria si presenta. Essa, come Gesù, preferisce gli umili e solo con essi si intrattiene.

La nostra comunità  cristiana ricorda con gratitudine la visita di Maria in questa terra e soprattutto le promesse di bene che Ella ha rivolto all’ umile suo servo. Esse continuano a mantenersi nel tempo, fino ad arrivare a noi, dal momento che Dio non si pente del suo popolo, né si stanca, essendo egli fedele.

Questa osservazione si collega alla prima lettura, dal libro del profeta Isaia, quando Dio assicura il popolo e più direttamente il suo re, della sua fedeltà, a condizione che esso si fidi della sua parola, che egli realizzerà a suo tempo. Purtroppo il re non ha dato ascolto ai consigli ricevuti dal profeta, che gli ha parlato in nome di Dio e che gli suggeriva di non accettare alleanze umane, ma di fidarsi solo di Lui.

La risposta è un esempio della  testardaggine  umana che vuole fare da sé. Capita così anche a noi. Spesso preferiamo avere mano libera e decidere da noi stessi, senza ascoltare la voce di Dio, senza interpretare e dare fiducia ai segni che egli ci invia, senza abbandonarci alla sua parola di salvezza.

Un segno ci è narrato dal Vangelo, il primo dei segni che san Giovanni descrive: quello dell’acqua trasformata in vino da Gesù alle nozze di Cana di Galilea, attraverso il quale Egli manifesta la sua gloria, all’inizio del suo ministero pubblico.

Il segno di Gesù è dato ai discepoli perché vengano a conoscere qualcosa in più della sua essenza divina, così che possano quindi  giungere alla pienezza della fede.

I segni sono dati proprio per risvegliare la fede, per indurre a credere che “Gesù è il Cristo, il figlio di Dio”. Nel brano di Vangelo che abbiamo ascoltato, Maria dimostra una completa fiducia in Gesù.  La fede di Maria ha come effetto da parte di Gesù il miracolo dell’ acqua diventata vino. L’abbondanza del vino era un segno che il tempo messianico era giunto.

Nei discepoli, invece,  il miracolo favorisce una ulteriore crescita nella conoscenza di Gesù, che li condurrà nel tempo a una fede piena. “I suoi discepoli credettero in lui”.

“Maria, donaci la tua fede, quella stessa con la quale ti sei abbandonata con piena fiducia alla volontà del Padre;     la stessa fede che ti ha dato il coraggio e l’ardore di intervenire presso tuo Figlio perché prendesse l’iniziativa e soccorresse in un modo o nell’altro gli sposi, così che la loro festa non venisse meno. 

Intercedi per noi presso il tuo Figlio Gesù, perché noi siamo assetati di vita e di gioia. La sete più grande che è in noi è il desiderio di essere amati e di amare. Tutti noi siamo fatti per la felicità e la pienezza della gioia.

Fa’ che non ci abbeveriamo ad altre sorgenti d’acqua che non dissetano, ma confidiamo nel Signore Gesù e nella potenza del suo Spirito, da cui deriva quella pienezza di felicità e di gioia che solo Essi possono donarci in pienezza”.

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