Funerale don Pio Giboli

La vita cristiana è un apprendistato continuo e mai concluso per imparare a rappresentare al vivo Cristo Signore, il buon pastore che dà la vita, mite e umile di cuore.

In Gesù non c’è desiderio di grandezza, ma di sottomissione. Non cerca il suo interesse personale, ma unicamente quello del Padre. Non ambisce primeggiare o avvalersi della sua condizione di figlio per esaltare se stesso, ma solo il desiderio di privilegiare, fino in fondo, la volontà del Padre.

È facile, ripensando alla storia di don Pio, alla sua personalità e allo stile delle relazioni con cui Egli si è rapportato con gli altri, lungo il corso del suo ministero, ritrovare le caratteristiche proprie di Gesù e di riconoscerle pienamente in lui. Un pastore dal cuore mite e saggio, dai toni sempre delicati, pronto più a giustificare gli altri, piuttosto che a riconoscerne i difetti o le mancanze. Tutti coloro che in questi giorni mi hanno parlato di don Pio hanno confermato la sua amabilità e ravvisato in lui uno stile di vita evangelica, veramente esemplare.

Gli ultimi anni della sua vita, in modo speciale questi lunghi mesi di sofferenza e di isolamento, sono stati la cattedra principale dalla quale ci ha insegnato a trasformare il dolore in amore offerto, la solitudine in una via di comunione con Dio, la sofferenza come luogo in cui continuare a benedire il Signore, in una accettazione benevola della prova, trasfigurata mediante il rendimento di grazie e di intercessione, come solo i grandi oranti sanno realizzare.

Molti sono stati colpiti dalla dignitosa serenità che lo ha accompagnato e sostenuto in questo ultimo periodo della sua vita, dalla letizia che non è mai venuta meno in questo tempo di purificazione, frutto di una costante comunione con Dio, tanto da stupire gli stessi padri Guanelliani, che lo hanno generosamente accolto e accudito, con l’intero personale della casa d. Guanella,  che ringrazio di vero cuore a nome di tutti.

Giunto il momento di sciogliere le vele, il nostro don Pio, come l’apostolo Paolo, può asserire con umiltà, ma in piena e totale verità: “ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede“.

Caro don Pio, sostienici nel cammino della fede, perché, ancora pellegrini sulla terra, sappiamo utilizzare l’olio della letizia e della consolazione, ma anche valorizzare il sale delle difficoltà e delle sofferenze per diffondere il buon profumo di Cristo in questa Chiesa, che tu hai tanto amato e nella quale ti sei speso con tutte le forze per il bene dei fratelli.

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