Ingresso don Davide Patuelli

Sono lieto di essere qui tra voi in questa particolare, gioiosa circostanza. L’ingresso di un parroco è sempre un nuovo inizio anche per tutta la Comunità.

Don Davide è una nuova opportunità che il Signore vi concede, a continuazione e sviluppo di una presenza guanelliana, che ha fortemente inciso e onorato il vostro territorio.

È giusto che ricordi qui il prezioso e puntuale servizio svolto per anni da don Bruno Capparoni, che ha condiviso il vostro cammino di fede e ha sviluppato il suo ministero pastorale alla luce del carisma di don Guanella.

In questo paese si può dire giustamente che si respira la presenza di san Luigi Guanella, la si tocca con mano, dal momento che è lui che innanzitutto ha creato l’ambiente adatto, sanificando il territorio, e quindi ha costruito la chiesa santuario, dedicata alla Madonna del lavoro e ha dato inizio alle opere di carità che oggi distinguono questa Comunità.

Siamo grati a tutti i padri guanelliani per l’opera che essi animano a servizio degli anziani e degli altri fratelli in difficoltà, aiutati da tanti altri collaboratori laici, che vivono la loro professione con lo stile medesimo dei Guanelliani, ossia con cuore grande, privilegiando i più poveri.

Non posso non sottolineare quello che è successo a Como la scorsa settimana, ossia il martirio di don Roberto Malgesini, un giovane sacerdote, nativo della vicina parrocchia di Regoledo di Cosio, che viveva a totale servizio dei poveri in città. Egli si è ispirato allo stile di due santi: madre Teresa di Calcutta, ma anche di don Luigi Guanella. I santi si attraggono e modellano la loro vita alla luce degli esempi di quanti imitano Gesù, dando la vita per i fratelli. In questo modo invitano anche noi a incarnare i medesimi sentimenti di Cristo.

Caro don Davide, ci conosciamo da tanti anni ormai e apprezzo il tuo servizio generoso e appassionato, svolto nel corso del tuo ministero a servizio dei poveri. Per la prima volta ti è data ora l’opportunità di un impegno a tempo pieno in una parrocchia.

Imprimi in essa lo stile guanelliano, che è la carità incondizionata verso tutti, con speciale riguardo ai poveri e fa’ in modo che i tuoi parrocchiani impegnandosi nell’ amore reciproco e facendo della comunità una famiglia di famiglie vedano la Trinità, proprio come scrive s. Agostino: “Chi vede la carità vede la Trinità”.

 

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