Ingresso mons. Giuseppe Longhini

Cari Parrocchiani di Morbegno, ma anche di Bema e di Albaredo:

Vi siete da poco congedati dal vostro caro don Andrea, che ha animato per tredici anni le vostre Comunità con mitezza e grande familiarità nei confronti di ciascuno, a immagine della mitezza e della umiltà di Gesu’. Lo ringrazio ancora di vero cuore per il suo prezioso apporto, offerto in questi anni a voi tutti.

E’ una grande grazia il succedersi dei pastori, ciascuno con caratteristiche proprie, ma sempre col desiderio di collaborare alla crescita della fede del popolo di Dio, perché obbliga tutta una intera Comunità a un sano rinnovamento, che può apparire in un primo momento anche costoso, ma che in seguito può rivelarsi una grande occasione per affrontare insieme le sfide del tempo e sviluppare il cammino di fede di tutta la Comunità stessa e dei singoli battezzati mediante un nuovo slancio apostolico.

Dopo aver invocato a lungo lo Spirito Santo e dopo essermi consultato con persone sagge, ho ritenuto che il presbitero più adatto per essere animatore di questa illustre e amata Comunità, in questo tempo così impegnativo e difficile, potesse essere don Giuseppe Longhini.

Un pastore di lungo corso, ricco di una grande esperienza, con una significativa maturazione umana, intellettuale, spirituale e pastorale. Ha svolto diversi e impegnativi ministeri in varie parti della diocesi, dalla parrocchia di S. Giuliano nella città di Como e a Careno, poi educatore e insegnante in seminario. Fu poi investito della responsabilità del sostentamento economico del clero, per divenire poi parroco a Garzola, quindi arciprete a Talamona, e infine, a Livigno e Trepalle per dieci anni.

In più lo contraddistingue una grande serenità interiore, che gli ha permesso di vivere intense e significative relazioni con le persone, a partire da una fraterna accoglienza dei sacerdoti che hanno collaborato con lui, condividendo le gioie e le fatiche del ministero.

È stata una sorpresa per lui questa nuova chiamata del Signore, non se la attendeva e nemmeno lo desiderava: segno di una libertà interiore, che non aspira a servizi prestigiosi o al desiderio di voler sperimentare sempre nuove alternative, ma pronta volontà di servire la Chiesa dovunque ci sia bisogno.

Sono, infatti, ammirato dalla immediata disponibilità con cui don Giuseppe ha risposto di sì alla mia proposta, sapendo che il Signore Gesù, il grande e sommo pastore, fa udire la sua voce attraverso i pastori a cui Egli ha affidato la non facile responsabilità di guidare e reggere il suo popolo.

Eccolo, allora, in mezzo a voi: accoglietelo come un grande dono di Dio! Il Signore non manca di sorprendervi prendendosi cura di noi, regalandovi pastori adatti ai tempi presenti, solleciti nel servire il suo popolo.

La parrocchia non è una struttura caduca, può assumere forme molto diverse che richiedono la docilità e la creatività missionaria del pastore e insieme della comunità. Essa continuerà ad essere la Chiesa stessa che vive in mezzo alle case dei suoi figli. Questo suppone che realmente stia in contatto con le famiglie e con la vita del popolo e non diventi una struttura prolissa, separata dalla gente e nemmeno un gruppo di eletti che guardano a se stessi”. Queste espressioni, attinte dalla sapienza illuminata di papa Francesco nella Evangelii Gaudium al n.28, sono le coordinate della vostra parrocchia e dell’orientamento di fondo che ella dovrà continuare a perseguire per essere davvero un luogo segno della comunione con Dio e di tutto il suo popolo.

Non mancano i necessari collaboratori per un’opera tanto delicata quanto urgente, a partire dai sacerdoti presenti: don Nicola Schivalocchi, don Fabio Falcinella, don Enrico Borsani, don Riccardo Curtoni presso la casa di riposo, Padre Guido Pradella presso l’ospedale, ai laici impegnati nel Consiglio pastorale parrocchiale o preposti all’economia, ad altri che sono responsabili di gruppi, movimenti e associazioni, presenti in parrocchia:

Le confraternite, l’Azione Cattolica, gli Scout, il Movimento Apostolico, la San Vincenzo, il CSI, le Acli, Comunione e Liberazione, il Rinnovamento nello Spirito Santo, la Caritas, il Centro aiuto alla vita, il Centro di ascolto, La casa di Lidia.

La parrocchia ha fornito, lungo gli anni, anche diverse persone che hanno offerto la loro disponibilità a servizio della Diocesi: dall’attuale presidente diocesano dell’Azione Cattolica, Franco Ronconi, ai membri presenti al Sinodo diocesano tuttora in atto. Una menzione speciale ai sacerdoti oggi impegnati in Seminario: a partire dal nuovo rettore, don Alessandro Alberti, quindi il vice rettore, don Enzo Ravelli, e non ultimo l’insegnante di storia, don Saverio Xeres. Essi sono espressione di una comunità attiva, la vostra, che continua a portare frutto a servizio della Chiesa e della società. E’ bello ricordarli oggi, nel giorno in cui celebriamo la giornata del Seminario.

Caro don Giuseppe: come vedi, non sei solo in questa nuova opera che oggi il Signore ti affida. Contribuirai a far crescere queste parrocchie insieme a tanta brava gente, che già ti vuole bene e con te è disposta a condividere le responsabilità. Potrai così manifestare la tua paternità in funzione della comune fraternità, sempre da costruire, nel desiderio di accogliere e promuovere la varietà e insieme la diversità degli apporti che ciascuno può offrire.

Io ti sono vicino e prego per te, con stima, fiducia e amicizia

 

 

 

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