Ingresso parroco di Mandello

Cari fedeli della Comunità pastorale di Mandello:

So che fate parte di una comunità cristiana vivace, frutto di una lunga e provata tradizione, in cui la fede è stata l’anima profonda che ha innervato il vissuto e le scelte personali e comunitarie dei vostri padri, che l’hanno poi gradualmente trasmessa a voi, accompagnandovi all’incontro con la persona di Gesù risorto, presente e vivo nella sua Chiesa.

Tutto questo, grazie all’apporto di pastori saggi e sapienti, maestri di vita e testimoni, che il Signore non ha mancato di donarvi nel tempo. Ultimi anelli di una lunga catena di parroci sono stati don Donato e don Pietro, che ringrazio di vivo cuore. Il loro esemplare impegno pastorale è stato una benedizione per molti di voi.

Assieme ad essi va ricordata anche la presenza generosa di religiosi/e, missionari e soprattutto il prezioso apporto di tanti laici e laiche, catechisti, educatori, animatori di gruppi, membri dell’Azione Cattolica e di altre associazioni, ognuno dei quali ha contribuito, con il dono proprio, a comprendere il Vangelo, superando una visione intellettualistica, dal momento che l’hanno testimoniato con una esemplare condotta di vita.

A voi, cari fedeli delle parrocchie di S. Lorenzo, S. Eufemia, S. Abbondio e Sacro Cuore, l’affascinante compito di trasmettere oggi la fede a partire innanzitutto dalla vostra famiglia, testimoniando la gioia di credere e i frutti della fede alle nuove generazioni e nei diversi contesti umani, negli ambienti professionali e culturali, senza paura delle innumerevoli sfide a cui siamo sottoposti.

L’arrivo di un nuovo pastore è una felice occasione che il Signore vi dona per sentirvi fin d’ora in comunione con lui e con gli altri sacerdoti presenti  nella comunità pastorale, ma anche una nuova opportunità per camminare insieme tra voi, in piena unità di intenti, senza contrapposizioni di parte o antagonismi, nel pieno rispetto dei doni e dei compiti di ciascuno, con l’unico desiderio di servire il popolo di Dio mediante un fervore evangelizzatore, dal momento che, come ci ricorda Papa Francesco, “ogni rinnovamento nella Chiesa deve avere la missione come suo scopo per non cadere preda di una specie di introversione ecclesiale” (Evangelii Gaudium, 27)

E’ venuto il tempo di ricominciare missionariamente nuovi cammini di fede, in cui ci sia spazio non solo per i soliti che frequentano già abitualmente la chiesa, ma per raggiungere anche chi si è allontanato nel corso della vita e desidera tornarvi con il proprio vissuto, spesso con le proprie ferite.

E’ tempo di annunciare il Vangelo anche a coloro che non conoscono Cristo, eppure cercano Dio segretamente, mossi dalla nostalgia del suo volto. Tutti hanno diritto di ricevere il Vangelo e di sperimentare una immagine di Chiesa quale realtà accogliente, ospitale e inclusiva. Un’altra urgenza che vi consegno è la sollecitudine verso i giovani, per lo più assenti dalle nostre assemblee liturgiche: valorizzare la loro forza e insieme sostenere la loro debolezza è diventato un compito ineludibile da parte della comunità cristiana.

Papa Francesco ci insegna poi che “una fede autentica non è rinchiusa nel tempio, ma ha il desiderio di cambiare il mondo” (EG 183), almeno quello spazio abitato da ciascuno di noi e raggiungibile con il nostro sguardo pieno di amore, di compassione e di tenerezza verso quanti ci sono fratelli e sorelle in umanità, vivono accanto a noi e non hanno voce, né spazio, né successo e ricchezza secondo la logica del mondo.

La Chiesa di Como, regalandovi come parroco don Giuliano, vi offre un pastore qualificato, che vi aiuterà certamente ad incamminarvi verso queste prospettive, ricco di una provata esperienza pastorale e felice di immettersi in un concreto vissuto di Chiesa, dove incontrare persone di tutte le età e condizioni da amare e servire.

La Chiesa di Como ha un grosso debito di riconoscenza verso don Giuliano, che come vicario generale, ha affrontato gravosi impegni, non senza sofferenza, ha accompagnato lealmente il vescovo Diego nel suo ministero episcopale, e da ultimo, ha aiutato pure me a reintrodurmi come vescovo a Como, dopo ben undici anni di assenza.

Caro don Giuliano: riconosci nel ministero che oggi incominci una vera e autentica chiamata di Dio, che opera attraverso i suoi ministri. Considera questo territorio come la tua nuova Terra Santa da custodire con sollecitudine di padre e con affetto di fratello.

Dedicati con impegno al progresso della fede dei discepoli di Gesù e affida al Signore la tua opera. Aiutato dagli altri sacerdoti presenti, tra cui don Andrea, che incomincia oggi con te il suo nuovo ministero, dopo aver vissuto una bella esperienza pastorale a Morbegno.

Il Signore moltiplicherà il bene che seminate e lo registrerà sul libro della vita perché siate riconosciuti come suoi servi fedeli e possiate essere chiamati suoi autentici grandi amici.

Il Signore benedica te, don Andrea, e ti renda felice di averlo seguito, mentre lo ringrazi per averti immeritatamente chiamato al ministero ordinato.

Io accompagno te, carissimo don Giuliano, con cuore di fratello e ti affido a Maria, madre del nostro sacerdozio.

A tutta questa santa assemblea la mia paterna benedizione.

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