Ite ad Joseph

Si inaugura a fine ottobre un ciclo di incontri promosso dal Seminario diocesano sulla figura di San Giuseppe. Un modo per accostare la figura del «patrono e nutrizio» del Signore Gesù Cristo (come si esprime la tradizione della Chiesa) e dare così risalto all’«anno giuseppino» voluto da papa Francesco per incrementare questa devozione popolare. Si tratta di quattro incontri che analizzano la figura di san Giuseppe sotto l’aspetto biblico (don Marco Cairoli), storico (don Saverio Xeres), spirituale (don Alberto Erba) e artistico (don Andrea Straffi). Un contributo dei teologi del Seminario alla nostra formazione e anche un modo di ripartire dopo la lunga sospensione degli incontri causa Covid.

Padre amato, padre nella tenerezza, nell’obbedienza e nell’accoglienza; padre dal coraggio creativo, lavoratore, sempre nell’ombra: con queste parole papa Francesco descrive, in modo tenero e toccante, San Giuseppe. Lo fa nella Lettera apostolica Patris corde, pubblicata in occasione del 150.mo anniversario della dichiarazione dello Sposo di Maria quale Patrono della Chiesa cattolica. Fu il beato Pio IX, infatti, con il decreto Quemadmodum Deus, firmato l’8 dicembre 1870, a volere questo titolo per San Giuseppe. Per celebrare tale ricorrenza, il Pontefice ha indetto, fino al prossimo 8 dicembre, uno speciale “Anno” dedicato al padre putativo di Gesù. Sullo sfondo della Lettera apostolica, c’è la pandemia da Covid-19 che – scrive Francesco – ci ha fatto comprendere l’importanza delle persone comuni, quelle che, lontane dalla ribalta, esercitano ogni giorno pazienza e infondono speranza, seminando corresponsabilità. Proprio come San Giuseppe, “l’uomo che passa inosservato, l’uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta”. Eppure, il suo è “un protagonismo senza pari nella storia della salvezza”.

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