S. Francesco di Sales 2022

Nella festa di San Francesco di Sales il Signore rinnova in noi l’appello alla sua imitazione, consegnandoci l’invito a “testimoniare nel servizio dei fratelli la dolcezza dell’amore del Padre”. È un compito impegnativo e oneroso, ma possibile, perché frutto dell’azione vivificante dello Spirito santo, che abita in noi e che rende desiderabile tutto ciò che Dio ci chiede. Nello stesso tempo, questo appello impegna la nostra responsabilità a predisporci a una disciplina interiore, che esige una trasformazione di noi stessi, per poter diventare ciò che siamo chiamati ad essere. In un’epoca di assenza del ruolo del padre, è  necessario un notevole  impegno per essere vicini alle persone coniugando nello stesso tempo la verità con la carità, la dolcezza nelle relazioni con una fermezza tipicamente paterna, che non si sottrae alle proprie responsabilità perché ha a cuore il bene dell’altro.

Il vangelo  ci comanda di diventare “sale della terra e luce del mondo “. È la condizione perché i cristiani possano essere incisivi nel loro ambiente di vita, ossia possano offrire un valido contributo alla società, molto spesso priva di orientamenti e di valori, ma anche tanto assetata di verità e di amore. Guidati da questa precisa indicazione del Maestro, ci sentiamo  contemporaneamente mossi da due sentimenti contrapposti. Un naturale turbamento  per l’impegnativita’ della chiamata e insieme siamo colpiti da tanto stupore . Dio ci chiama a coinvolgerci personalmente nella società offrendo al mondo un grande potenziale di bene e di speranza, pur conoscendo la nostra fragilità e debolezza. Tuttavia ci sentiamo onorati per questo atto di fiducia. Dio conta su di noi, mentre noi ci affidiamo alla forza di Dio, che ci permette di realizzare ciò che ci chiede, utilizzando le nostre potenzialità e la nostra creatività.

Dare sapore a chi ci sta incontro significa mostrarci decisi nel fare il bene, senza mai sentirci degli arrivati. Dovremmo essere capaci di compiere il bene con uno zelo rinnovato, che non bada alle fatiche o ai fallimenti della nostra operosità, non si scoraggia davanti alle reazioni delle persone, che spesso si mostrano indifferenti o anche del tutto estranee al progetto evangelico .

 

Gesù poi aggiunge, come se non bastasse, l’imperativo di operare in modo di diventare “luce del mondo“, aderendo alle sempre nuove possibilità di bene. Nello stesso tempo, però, ci invita a riconoscere, accogliere e promuovere il bene che già c’ è nel mondo, da qualunque parte provenga. Non abbiamo l ‘esclusiva del bene, dal momento che lo Spirito santo è all’ opera nella storia anche fuori della Chiesa, attraverso tanti uomini e donne di buona volontà, presenti nel nostro mondo, a cui possiamo unirci, con cui sostenerci insieme per rendere la terra più abitabile e promuovere la dignità della persona e il benessere di tutti i popoli. Imparare a riconoscere il bene presente, collaborare con quanti si dedicano al servizio degli altri, promuovere il bene comune significa offrire un grande servizio alla società, in modo da eliminare ogni conflittualità e partecipare alla costruzione di un mondo nuovo, in cui riconoscerci tutti fratelli.

S. Francesco di sales, uomo mite, ma non remissivo, uomo di dialogo con quanti gli si opponevano, ci aiuti a diventare come lui, con la tenacia della gentilezza e con la dirompenza della mitezza.

+ Vescovo Oscar

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