Venerdì della III Settimana di Quaresima

Segno di Croce

Dal vangelo di Marco (Mc 12,28b-34)

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».

Padre nostro

Preghiera:

Visita, o Padre, la tua Chiesa diffusa in ogni angolo della terra:

sia olio di consolazione per la sofferenza dell’uomo,

sia acqua di vita a cui attingere con abbondanza,

sia amore che riscalda i cuori di tutti.

Amen.

Lettura:

Eravamo su quella solita strada di periferia, come ogni settimana, immondizia ovunque, siringhe dei tossicodipendenti, giovani fatti che passavano e qualcuno ci osservava, qualcuno si è fermato per la preghiera.

Abbiamo introdotto il Santo Rosario con queste parole: “Qui in questa strada Satana regna perché c’è moltissima droga. Lui non vi vuole liberi dalla droga. Siete troppo belli, sensibili e profondi perché lui vi liberi. Con la preghiera del Rosario portiamo uno squarcio di luce in questa tenebra”.

Un giovane di trent’anni interviene: “Hai ragione, per colpa della droga mia moglie e mio figlio se ne sono andati.”

Gli chiediamo “Cosa desideri ora?”

“Farmi una dose alta di droga, così muoio.”

Questo ciò che respiriamo ogni settimana nella periferia di Bucarest, in questa via che chiamiamo: “un inferno a cielo aperto”.

Ogni settimana andiamo lì a pregare il Santo Rosario con le suore di Madre Teresa di Calcutta perché siamo convinti che l’ultima risposta non è, e non può essere, la morte per questi giovani che vivono nelle tenebre.

Don Oreste Benzi il fondatore della Comunità Papa Giovanni xxiii, dice che “la sofferenza non è altro che una prova per avvicinarsi sempre più a Lui”.

Siamo convinti che tutta la sofferenza, tutte le croci che incontriamo in questo angolo dell’Est Europa possono trasformarsi in frammenti di Resurrezione per noi e per i poveri.

Che questo cammino verso la Pasqua possa essere un cammino verso la luce, la pienezza della vita come ci suggerisce sempre don Oreste: «Quando tu finalmente ti accorgi di Cristo e della sua luce dici: “Perché ho vagato tanto tempo nelle tenebre o Signore? Tu sei la mia luce”. Non pensare a quali errori devi lasciare, pensa in quale luce ti devi lasciar immergere! […] luce delle nostre anime è Cristo. Come la farfalla notturna è attirata fortissimamente dalla luce e appena si allontana ritorna ancora

perché non può fare a meno della luce, così il Signore ti attira continuamente. Tu ti allontani, ma poi senti che lì è la tua pienezza di vita».

Don Federico Pedrana

Prete Fidei donum di Verceia a Bucarest

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