VENERDÌ TERZA SETTIMANA DI QUARESIMA

PAROLA DI DIO
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12,28b-34)
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è
il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico
Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua
anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è que-
sto: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamen-
to più grande di questi».

PREGHIERA
O Dio, nostro Padre che ascolti sempre la voce dei tuoi figli,
accogli la mia preghiera.
Signore Gesù, fa’ che ti riconosca e ti ami nei fratelli e concedi a tutti
la gioia e la responsabilità di sentirsi gli uni custodi degli altri.
A te sia gloria o Padre, nei secoli dei secoli. Amen.

PENSIERO
Pomeriggio di fine primavera, suona il campanello nella casa del villag-
gio alla periferia di Pechino dove ci siamo trasferite a fine marzo. Vado ad
aprire, al di là della porta mi si presenta Jia Wen, nostra nuova vicina di
casa, cinque anni appena compiuti. Assolutamente non sorpresa di tro-
varsi di fronte una straniera mi dice che lei sa che nella nostra casa
ci sono tanti giochi e che prima veniva sempre a giocare qui, tra-
dotto: siccome io sono sempre venuta qui a giocare anche ora che
ci siete voi vorrei che la tradizione continuasse.
Dopo nove anni in Cina durante i quali tante idee, tanti progetti
non si sono realizzati o sono falliti, nell’estate più strana da quan-
do sono qui ritorno al pensiero originale di nove anni fa: apriamo
un oratorio a Pechino! La nuova casa è spaziosa, ci offre tante pos-
sibilità, la posizione ideale: villaggio abitato per buona parte da
non pechinesi che vivono con moglie e figlio/i in una stanza mi-
nuscola presa in affitto, arrivati in città per lavorare.
Coinvolgo Cristina in questa idea, decidiamo di fare una settima-
na di una sorta di Grest, per precauzione organizziamo tutto all’a-
perto, e nello spazioso cortile coperto di casa. Un afoso pomerig-
gio di metà agosto prendo un piccolo tavolo e il necessario per
l’attività che abbiamo pensato e mi metto sulla soglia di casa, in
pochi minuti arrivano cinque-sei bambini. Ripetiamo nei pome-
riggi seguenti, Cristina, che all’inizio non era molto convinta, si
appassiona e propone di organizzare una cena con i genitori,
dove ognuno è invitato a portare qualcosa da condividere, per la
sera dell’ultimo giorno di attività. Questa volta sono io poco con-
vinta, in realtà la cena riesce molto bene.
Tutto questo ha fatto nascere in noi il desiderio di offrire qualcosa
di più, di aprire per più tempo la nostra casa, perché diventi un
luogo accogliente anche in settimana, soprattutto per quei bimbi
che vivono un po’ abbandonati a sé stessi perché i genitori lavora-
no senza sosta da lunedì a domenica.
Riconosciamo che sono stati il coraggio, la semplicità e la testar-
daggine di Jia Wen che in tutti questi mesi non ha smesso di veni-
re a suonare il campanello, di venire a cercarci (o a cercare i gio-
chi?), di sedersi a tavola con noi, di farci tante domande, che ci ha
dato quel pizzico di forza che ci ha permesso di rimetterci in gio-
co, di ritornare ai sogni di inizio missione e di ripartire per vivere in
modo nuovo la nostra presenza in mezzo a questa gente.
Francesca Colombo, Associazione Papa Giovanni XXIII. Anno 202
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