Servizio Clero Quiescente

Delegati vescovili
Borella mons. Mario (vicariati delle province di Como, Lecco, Varese)
Modenesi mons. Valerio (vicariati della provincia di Sondrio e dell’alto lago)

Responsabile del servizio per il clero quiescente
Maloberti mons. Gianluigi


Si preoccupa di seguire i sacerdoti anziani ammalati e tutti quei sacerdoti che, dal punto di vista della salute, stessero vivendo problemi particolari. Tale servizio si preoccupa non solo di considerare lo stato di salute dei singoli preti, ma accompagna un eventuale ingresso in RSA laddove ce ne fosse necessità e si preoccupa di visitare e sostenere, nei limiti del possibile, quei confratelli che sono ricoverati in ospedale per alcuni periodi o trascorrono tempi lunghi di degenza in riabilitazione. Preoccupazione del servizio è anche quella di mantenere eventuali contatti con i parenti del clero e di verificare le condizioni possibili per le migliori opportunità che a ciascun caso si possano offrire in situazioni di vecchiaia, infermità o malattia cronica.

Finalità

  • Esprime la cura pastorale del vescovo per il clero anziano o che si avvia al regime di quiescenza
  • Il Servizio è alle strette dipendenze del Vicario generale e opera in stretto contatto con i Delegati diocesani per il clero anziano, i Vicari Foranei di riferimento, l’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero e il Fondo di Solidarietà;
  • ha il proprio responsabile nella persona del delegato, nominato per cinque anni, rinnovabili, che si avvale di tutte le collaborazioni che ritenga necessarie;

Compiti

  1. informa periodicamente l’ordinario delle situazioni e delle soluzioni prospettate
  2. sostiene il presbitero, che passa dalla pastorale attiva al regime di quiescenza, per tutto quanto riguarda il reperimento dell’alloggio e le operazioni di trasloco, mettendo tra loro in collegamento la famiglia, le istituzioni diocesane e i servizi locali;
  3. favorisce, nei limiti del possibile, qualche forma del ministero, possibilmente all’interno di forme di vita comune;
  4. valorizza le case parrocchiale, rimaste disabitate per l’assenza di un parroco residente;
  5. interviene nei casi di particolare povertò, solitudine, abbandono.
  6. studia l’andamento della vita del clero diocesano in età avanzata, promuovendo azioni di prevenzione dalle fatiche per gli avvicendamenti, e l’insorgere di infermità.