LUNEDÌ TERZA SETTIMANA DI QUARESIMA

PAROLA DI DIO
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 4,24-30)
In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga a Nazareth: «In verità io vi dico:
nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi
e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se
non a una vedova a Sarèpta di Sidone. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del
profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire
queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la
loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

PREGHIERA
O Signore, la tua Parola continua a compiersi “oggi”.
La tua parola è annuncio potente, che realizza la salvezza, in chiunque la ascolti.
Ti preghiamo: liberaci dall’ira e dalla durezza di cuore
così da poter accoglierti in dono.
A Te, Signore, salga l’inno della Chiesa, l’inno della fede che ci unisce a Te. Amen.

PENSIERO
Essere discepoli della Luce che è venuta, e che ogni giorno viene nel mondo, è
certamente entusiasmante anche se chiede una conversione continua. Pur con
tanta semplicità, anche qui nella nostra realtà, ci sono persone e realtà che danno
luce. Queste “presenze luminose” ci provocano, ci stimolano e ci incoraggiano a continuare il nostro impegno di portare, attorno a noi, la Luce vera
della Parola di Dio.
• Per noi tutti la decisione presa da Frederic e Lea – con i loro quattro figli, l’ultimo nato due settimane fa – di assumersi la responsabilità di una
parrocchia, lontana dal loro villaggio, è un primo segno di luce. Nel giro
di un mese è stato loro proposto questo nuovo incarico: hanno un po’
riflettuto, pregato, e hanno maturato il loro “sì”. Poco dopo hanno incominciato il loro nuovo servizio.
• In occasione dell’inizio dell’avvento, in qualche settore, alcuni cristiani
hanno dato la loro testimonianza per incoraggiare i fratelli ad essere anche loro una luce che brilla. Un alcolista – che non ha ancora completamente superato il suo problema – ha condiviso il suo impegno a rientrare prima del solito a casa, a passare più tempo con la moglie e i figli,
anche con la preghiera serale, a gestire meglio i suoi soldi. Ci ha toccato
il suo coraggio nel parlare davanti a tutti della sua difficoltà, nonostante
non l’abbia ancora superata. La sua parola è stata per noi un segno di luce.
• A Mokolo, Emmanuel, un giovane cieco che aveva avuto l’opportunità
di frequentare le scuole secondarie e di formarsi, ha deciso di aprire una
piccola scuola per altri ragazzi con il suo stesso grave problema. Ha sensibilizzato le famiglie, ha chiesto gli aiuti a chi di dovere, incontrando
disponibilità ma anche numerosi ostacoli. Con la scuola fa uscire i dodici
giovani allievi dalle situazioni di abbandono in cui vivevano al villaggio e
anche nelle loro stesse famiglie e dona loro una luminosa speranza
nell’oscurità di questi ragazzi. Il suo coraggio e la sua determinazione nel
volere dare queste opportunità a tanti altri ciechi, mettendoci tutto sé
stesso, è un grande esempio.
Carissimi amici, ecco alcune delle luci che vediamo brillare, nonostante
tutto, nella nostra missione diocesana di Mokolo-Mboua e Mogodé. Aprire gli occhi e il cuore davanti a questi segni luminosi, a volte timidi, a volte
nascosti, è il cammino della Speranza.
Don Giusto, Don Andrea, Don Angelo, Brunetta e Lorenzo,
già Fidei Donum in Camerun. Anno 2007

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