QUINTA DOMENICA DI QUARESIMA

PAROLA DI DIO
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 12,20-33)
In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci.
Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù».
Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a
Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra,
non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto».

PENSIERO
“Signore, vogliamo vedere Gesù”. Quante volte, di fronte alle circostanze
più o meno faticose o liete che la vita ci mette davanti, anche noi vorremmo vedere Gesù vivo e presente in mezzo a noi. Sarebbe bello poterlo
avere seduto a cena con la nostra famiglia che ci ascolta, ci comprende,
gioisce con noi e ci offre preziosi consigli. Giovanni, in questa domenica, ci
provoca come coppia su questo verbo “vedere”, probabilmente perché
vuole ricordarci di andare al di là delle apparenze e avere uno sguardo diverso per incontrare l’altro, per conoscerlo e per fidarsi di lui.
Capita infatti di essere chiamati ad accogliere e percorrere vie strane, impensate, alcune volte inizialmente incomprensibili per noi e per i nostri
figli. Eppure, sono proprio quelle circostanze, quegli eventi, quegli incontri a cambiare e rendere migliore il corso della vita e a farci riconoscere i segni della Sua presenza. Ci vuole pazienza. La stessa pazienza necessaria per vedere un chicco di grano morire e poi germogliare. Il chicco di
grano è minuscolo; eppure, ha una vitalità enorme. Una volta seminato
è capace di spaccarsi e di germogliare, di generare vita. Il suo dono totale è la condizione necessaria per portare molto frutto.
Ci viene da pensare che come famiglia possiamo scegliere. Possiamo decidere di pensare solo a noi stessi, ai nostri interessi e ai nostri figli, ma
rimarremmo chiusi e soli, come un chicco nella nostra mano; oppure
possiamo decidere di fare della nostra vita un dono basato sulla condivisione con altre famiglie e con altri figli. In questo modo potremo assomigliare ad un seme dentro una terra buona che porta frutto e si moltiplica.
Vogliamo chiedere di saper riconoscere la presenza di Gesù dentro ciò
che, come famiglia, ci troviamo a vivere e avere la pazienza di saper attendere la Sua risposta. Sappiamo di essere a volte “schiacciati” dal peso
delle preoccupazioni che ci fanno ripiegare su noi stessi e non ci consentono di accorgerci che è Lui che bussa alle porte del nostro cuore e della
nostra casa, perché, guardando bene alla nostra vita fino ad oggi, Lui ha
sempre trovato il modo di rompere le nostre barriere.
Riflessione scritta dai coniugi Samuela e Maurizio, Anno 2021

GESTO
In punta di piedi… sii seme!
Questa domenica ci dedichiamo al giardinaggio. È possibile “ricostruire”
i luoghi fondamentali della Pasqua di Gesù: la croce e il sepolcro. Prendiamo un vaso capiente e lo riempiamo di terra. In superficie disponiamo, sdraiato, un vasetto più piccolo da ricoprire parzialmente con la terra, così da riprodurre il sepolcro di Gesù. Mettiamo davanti al vasetto un
sasso (circa della circonferenza del vasetto): è la pietra del sepolcro. Collochiamo poi nel vaso tre croci che possiamo realizzare con due semplici legnetti incollati o legati
fra loro. Poi spargiamo dei semi: quelli del grano.
Con il passare dei giorni ciò che è stato seminato
crescerà, assistendo così al miracolo della vita che
germoglia e matura. Arrivati a Pasqua il vaso sarà
rigoglioso e potremo aprire la pietra del sepolcro
per gioire della risurrezione di Gesù. Inizia anche
per noi una vita nuova ed eterna.

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