GIOVEDÌ DELLA SETTIMANA SANTA

PAROLA DI DIO
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 13,1-15)
Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di
passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel
mondo, li amò sino alla fine.
Durante la cena, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi
versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad
asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse
loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho
lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato
un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».

PREGHIERA
Signore Gesù, presente nell’eucaristia,
nelle nostre notti fisiche e morali, se Tu sei presente,
ci ami e ci parli, ci può già bastare, anche se, molte volte, non sentiremo
la consolazione. Imparando questo, oltre l’adorazione, saremo nella tua
Intimità o nel “Mistero”.
Allora, la nostra orazione si convertirà in rispetto verso
il “Mistero” di ogni fratello e di ogni avvenimento, per introdurci
nel nostro ambiente familiare e sociale, e costruire la storia
con questo silenzio attivo e fecondo, che nasce dalla contemplazione.
Grazie a Te, la nostra capacità di silenzio e di adorazione
si convertirà in capacità di Amare e di Servire. Amen.

PENSIERO
Qualcuno può chiedersi se la nostra presenza in Giappone, che è un Paese a così alto livello economico e tecnologico, abbia un senso. È utile
conoscere la storia del cristianesimo in Giappone. San Francesco Saverio
è stato il primo missionario e sbarcava in Giappone proprio il giorno
dell’Assunzione del 1549. Dopo di lui tanti altri missionari arrivarono, ma
quasi subito iniziarono anche le persecuzioni violente contro i cristiani.
Cacciati dalle loro case, imprigionati, molti cristiani subirono il martirio,
sgranando il rosario e invocando il nome di Gesù e di Maria. Questa persecuzione durò circa trecento anni. Durante tutto questo periodo, senza
missionari, senza sacerdoti, quei cristiani conservarono la loro fede. Per
ingannare coloro che erano incaricati di scoprirli e giustiziarli quei cristiani si trasmettevano di padre in figlio la statua della Madonna, ma sotto le sembianze della dea femminile buddista, la dea Kanon che rappresenta la Misericordia. Nel 1865 finalmente fu permesso ad alcuni
missionari di entrare in Giappone. A Nagasaki un gruppo di “cristiani nascosti” si avvicinò alla chiesa e chiese al missionario dove fosse la statua
della Madonna. Appena la videro compresero che era la stessa fede. È
appunto questo aspetto di misericordia, di speranza, il dono che ancora
oggi il Cristianesimo porta al Giappone.
Come ho detto prima il Giappone è un Paese progredito quindi il missionario non va a portare aiuti materiali. La nostra presenza in Giappone è
per rispondere all’invito di Gesù: “andate in tutto il mondo a predicare il
Vangelo.” La missione in Giappone consiste soprattutto nella testimonianza di vita, nel tessere rapporti di amicizia con le persone.
Per questo le nostre attività missionarie in Giappone sono basate sulla
testimonianza di vita, su segni e gesti molto semplici; sull’essere in mezzo alla gente, aprendo la nostra casa a tutti nel rispetto della libertà religiosa.
Suor Milka Nonini, missionaria Saveriana. Anno 2005

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