GIOVEDÌ DOPO LE CENERI

PAROLA DI DIO
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,22-25)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai
capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se
stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.

PREGHIERA
Ispira le nostre azioni, Signore,
e accompagnale con il tuo aiuto,
perché ogni nostra attività abbia sempre da te il suo inizio
e in te il suo compimento.
Amen.

PENSIERO
Che cos’è “periferia”? Quello che è ai bordi, al limite più lontano da un
centro? Per me, italiana, arrivata 24 anni fa a Mabasele, piccolo villaggio
all’est della Repubblica del Congo, questa era la periferia, quasi la… fine
della terra. Quando arrivi in foresta non vedi più l’orizzonte e ti
sembra che tutto finisca lì… Ecco gli elementi di questa periferia
che mi hanno immediatamente colpita:
– niente acqua corrente (ancora oggi è così);
– niente elettricità (oggi qualche generatore ci aiuta);
– niente mezzi di comunicazione (non c’era ancora il telefonino
che, oggi, è padrone);
– come mezzi di trasporto, per gente e merce che veniva dal cam-
po, la bici e… la schiena delle mamme (oggi le moto-taxi con tre
passeggeri ci salvano);
– unico utensile da lavoro: la zappa, per il sostentamento della fami-
glia. Tutti questi aspetti erano largamente periferia per me…
Poi, vivendo e imparando dalla gente un nuovo ritmo di vita, ho
cominciato a scoprire che questa periferia diventava “centro”, per-
ché anche qui la vita circola, cresce ed è condivisa. Per un matri-
monio, tutta la famiglia allargata si impegna per la festa, insieme a
vicini e amici e ci si rallegra insieme con un “piatto” per tutti. Anche
un lutto è occasione di incontri e, anche lì, c’è un piatto per tutti.
Per curarsi da una malattia ci si aiuta con piccoli contributi per
poter pagare l’ospedale (niente mutua qui). Arrivando qui, erava-
mo noi stesse periferia, senza alcuna conoscenza utile per vivere,
ma presto siamo diventate “centro” di attenzioni delicate da parte
dei vicini. Ci hanno insegnato i diversi lavori dei campi, a vivere
con la malaria e ci hanno inondato di doni in natura. Siamo diven-
tate “del villaggio”, sono nate tante conoscenze, tante amicizie,
cresciute col passare degli anni e con l’allargarsi del villaggio.
Le grandi ricchezze del nostro paese sono “centro” assoluto per
troppi paesi ricchi e per le multinazionali; la popolazione invece,
anche se numerosa è periferia senza peso.
La nostra vita è dunque, secondo i punti di vista, “periferia” o “cen-
tro”. Di sicuro è “centro” per Colui che ci ha creati e ci ha salvati con
il Suo Sangue.
Piccola sorella Anna Sara di Gesù. Anno 2015

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