SABATO SECONDA SETTIMANA DI QUARESIMA

PAROLA DI DIO
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 15,1-3.11-32)
Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo
e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami
come uno dei tuoi salariati. Si alzò e tornò da suo padre. Quando era
ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro,
gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato verso il
Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio.
Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e fateglie-
lo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vi-
tello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo
mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato.

PREGHIERA
Dio, Padre di misericordia, che attendi sempre le tue creature per
colmarle del tuo Amore, ci chiami sempre Tuoi Figli,
donaci il coraggio di aprire il nostro cuore alla tua misericordia,
per poter realizzare insieme a Te il tuo sogno:
“fare del mondo una sola famiglia”
nella quale l’”IO” si trasforma in “NOI”,
rendendoci capaci di accoglierci gli uni gli altri
nel Tuo Amore Misericordioso.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

PENSIERO
Carissimi amici,
la Pasqua del Signore Gesù è ormai prossima anche in questa Ter-
ra d’Africa che pian piano sto iniziando a conoscere. Per me le no-
vità sono ancora tante e continuo, seppure tra le diverse attività
che svolgo, ad osservare con tanta pazienza e chiedo sempre a
Dio il dono dell’umiltà e della letizia.
La nostra vita e la vita della nostra gente vanno avanti tra le gioie
e le fatiche di ogni giorno.
Proprio in queste settimane sto vivendo l’esperienza molto bella
e non senza fatica della visita alle comunità per il ritiro in prepa-
razione della Pasqua e anche per le confessioni. La maggior parte
delle persone specialmente nei villaggi si confessa in lingua Kap-
siki e vi lascio immaginare la difficoltà per noi missionari. Anch’io
mi butto e cerco di fare del mio meglio ma quando mi ritrovo fuori
dalla chiesetta magari sotto un albero (e il sole picchia!) a con-
fessare e con una fila di persone è davvero un’avventura! Pratica-
mente capisco poco o niente di quello che la gente mi dice dei
propri peccati anche se col tempo noto in me qualche progresso.
Ho studiato bene la formula dell’assoluzione e qualche preghiera.
Però mi accorgo come in qualche maniera il Perdono di Dio pas-
sa. Mi rendo conto di come sono un povero strumento nelle sue
mani. Certo che se penso al ministero del perdono che svolgevo
a Bormio e a Lomazzo e alle tante “confessioni intelligenti” nelle
quali forse credevo anche di essere io bravo, mi viene da sorridere
e la maniera di celebrare questo sacramento qui potrebbe essere
addirittura imbarazzante a causa della comunicazione! Ma cerco
di leggere in tutto la presenza di Dio e mi accorgo sempre più
come il suo perdono è davvero un dono gratuito e immenso. Da
parte mia cerco di sorridere sempre a tutte le persone che si acco-
stano a me per la confessione e nel mio cuore prego che possano
sperimentare in qualche modo la Sua misericordia. E mi sembra
che tutti vadano via contenti. Miracolo dell’amore di Dio!
Don Alessandro Alberti, già Fidei Donum in Camerun. Anno 2011

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