Incontro con il Consiglio Comunale di Como

Saluto con molta cordialità tutti voi e ringrazio il Sig. Sindaco per l’invito che mi ha rivolto per essere qui, oggi.

Mi è data una occasione propizia per riconoscere che la mia nomina a cardinale ha coinvolto positivamente non solo la intera comunità cristiana, ma anche la società civile, suscitando in tutti una vera e profonda gioia.

La città di Como, in tutte le sue componenti, si è sentita onorata e commossa per essere riconosciuta e valorizzata davanti al mondo.

Sono grato per i sentimenti di stima e di affetto che gli abitanti di Como mi hanno riservato in questa occasione. Ringrazio sinceramente le Autorità Comunali, le Forze dell’ordine, il signor Prefetto e il signor Questore, le associazioni, i tanti amici volontari, tutti coloro, insomma, che hanno contribuito ad organizzare questo evento quale mezzo ordinato di vera festa comunitaria.

Io stesso ho cercato, nei miei molteplici interventi, di sottolineare come il cardinalato sia espressione non solo di un dono e di una responsabilità rivolta personalmente a me, ma anche una realtà da condividere, quindi un impegno esigente  e responsabile da affrontare insieme, con una coerente immagine di una Città moderna, che riconosce, da una parte, le sue potenzialità e quella dei singoli cittadini, le sfide di essere una città di confine nel cuore d’Europa, ma che sa affrontare insieme i problemi reali che coinvolgono e determinano non solo il presente, ma anche il futuro.

Questo clima positivo e di forte speranza attutisce, almeno in parte, le fatiche e le difficoltà che come intera società, in Italia, in Europa e nel mondo, stiamo attraversando in questo periodo, con tutte le crisi che conosciamo e che dobbiamo saper affrontare con impegno responsabile ed audacia.

La pace non ha prezzo ed occorre trovare le vie possibili per giungervi in modo che non umilii nessuno.

La società civile e il mondo della cultura invocano poi una gestione “alta” della politica, che sia capace di futuro. Ciascuno, a livello civile, ma anche a livello ecclesiale, è chiamato a portare responsabilmente il proprio mattone per costruire insieme la casa comune, affrontare i problemi con lungimiranza, nel rispetto delle diversità che arricchiscono e che non devono semplicemente contrapporsi.

Oggi, più che in passato, la Società e la Chiesa hanno bisogno di persone competenti e coraggiose, in una cordiale collaborazione, nel rispetto delle singole competenze, capaci di liberare speranza e sogni, attaccati a una salda tradizione, che non significa però ritornare indietro, ma stimolo per avanzare verso situazioni inedite, con coraggio, positività, e mediante un confronto sincero, leale e coraggioso, tra le singole parti.

Non valgono soluzioni facili, che appoggiano interessi immediati di gruppo e suscitano facili consensi, ma è necessario aprirsi a prospettive realistiche, fondate sul bene comune, sentendosi responsabili non solo dei problemi dell’oggi, ma anche quelli che possono determinare positivamente il futuro, ossia che riguardano quanti verranno dopo di noi.

Auguro a tutti voi un confronto schietto e sincero, nel rispetto di visioni diverse, ma complementari, adottando però sempre una logica di lungimiranza. Siate sentinelle che additano traguardi faticosi, ma significativi e duraturi.

 

Se permettete concludo con una domanda (che rivolgo anche a me stesso e al cammino di Chiesa che stiamo vivendo oggi): quale immagine di società, quale immagine di città, quali scelte positive stiamo preparando per le future generazioni?

Oscar Card. Cantoni

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