Celebrazione Esequiale per don Lorenzo Calori

Il Signore Gesù ha rivolto a don Lorenzo l’invito a ricevere in eredità il regno, preparato dal Padre fin dalla creazione del. mondo, nella festa di s. Martino di Tours, difensore dei poveri, che nella Chiesa gode del non comune appellativo di: “gemma dei pastori”.

Credo che si possa attribuire senza forzature e in piena verità questo prestigioso titolo anche a don Lorenzo, che tanto si è adoperato, come s. Martino, a vantaggio dei poveri e dei bisognosi, insieme al desiderio di edificare comunità cristiane specchio di unità e modello di comunione.

Oggi accompagniamo questo nostro fratello e padre con la preghiera di suffragio verso il Regno eterno, dove risplende la pienezza della vita. Una vita, quella di don Lorenzo, dedita interamente a Cristo, pastore dei pastori.

Sono certo che tutti voi presenti sarete concordi nel riconoscergli uno zelo pastorale non comune, una generosa, appassionata dedizione, a tempo pieno e senza riserve, al popolo di Dio, frutto di un incandescente amore per Cristo e per la sua Sposa, la nostra santa madre Chiesa.

Davvero possiamo constatare come lo spirito del Signore Dio abbia perennemente abitato questo nostro mirabile sacerdote, lo abbia abbondantemente ricolmato dei suoi doni, così che don Lorenzo ha potuto intendere il ministero sacerdotale come l’unica ed esclusiva espressione del suo intero vivere e del suo operare.

Consacrato pastore con l’unzione del sacro Crisma, ha utilizzato questa investitura non come una occasione per una sua personale affermazione, ma come un dono da trasfondere generosamente sugli altri, servendo tutti in piena disponibilità.

Don Lorenzo era ben consapevole di essere stato scelto dal Signore, come afferma il profeta Isaia nella prima lettura, per essere inviato a portare il lieto annuncio ai miseri, a quanti cioè hanno bisogno di sperimentare la misericordia di Dio, essendo questo il primo ministero del sacerdote.

Don Lorenzo ha vissuto poi il suo impegno pastorale fasciando le piaghe dei cuori spezzati, dal momento che fragilità e debolezza costituiscono la condizione ordinaria della nostra umanità. Egli ha saputo proclamare, senza compromessi, la libertà dalle tante forme di schiavitù, nelle quali è facile lasciarsi irretire.

Anche se a fatica lo ammettiamo, noi tutti, infatti, siamo prigionieri: perfino di noi stessi, delle nostre certezze, che riteniamo esclusive e inconfutabili, dei nostri personali condizionamenti, delle mode del tempo. Il servizio di liberazione consiste nello smascherare queste situazioni alle quali facilmente ci adattiamo, ma che don Lorenzo sapeva far emergere con decisione attraverso i suoi interventi, come un buon padre.

Il ministero pastorale di don Lorenzo è consistito poi nel promulgare l’anno di grazia del Signore, un tempo   destinato a non più concludersi, segnale evidente per affermare che il Signore  apre a tutti le porte del suo amore infinito, così da permettere ad ogni battezzato di godere pienamente la salvezza di Dio e gioirne.

Abbiamo tanto da imparare, noi pastori, dall’esempio di don Lorenzo. Egli ci esorta a divenire sempre più diffusori e testimoni della misericordia di Dio, del suo amore incondizionato. La gioia del pastore consiste infatti nel constatare come il perdono di Dio rinnovi e trasfiguri il cuore dell’uomo. Allora chi vive secondo lo spirito tramuta l’abito di lutto, sprigiona la gioia, invece di mantenere uno spirito mesto.

Anche le comunità parrocchiali che hanno avuto la fortuna di averlo come pastore, e in particolare questa di Olgiate, possono ricavare dai suoi insegnamenti un criterio di vita buona e saggia, pienamente evangelico.

Grazie, don Lorenzo, per il gran bene che hai seminato nei lunghi anni del tuo ministero.  Continua a ricordarci dal Paradiso e ottieni per noi quelle grazie necessarie perché la nostra testimonianza cristiana continui ad essere attrattiva e feconda.

 

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