È con grande piacere che ci troviamo insieme, in questa occasione unica per celebrare la santa Eucaristia, la Pasqua del Signore, nella festa della Dedicazione della Basilica Lateranense, a Roma, chiesa considerata la madre di tutte le Chiese.
Siamo raccolti insieme provenienti da tutte le parrocchie del nostro vicariato, persone di tutte le età e vocazioni. Presenti pure attorno al vescovo i sacerdoti animatori delle Comunità di cui voi fate parte.
La festa di oggi ci offre l’opportunità di presentare e approfondire il vero volto della Chiesa, non quella di mattoni, ma composta da persone, dai volti più diversi, ma ben precisi, tutti riuniti dall’amore del Signore.
Una Chiesa di popolo, fatta di gente semplice come siamo tutti noi, con il sincero desiderio di santità, a cui lo Spirito Santo ci invita, ma anche con le nostre povertà quotidiane, che presentiamo umilmente a Dio perché le purifichi.
Come abbiamo ascoltato da san Paolo, siamo noi il tempio santo di Dio e lo Spirito santo abita in noi.
Questo è il dono di grazia che il Signore ci ha offerto con la grazia battesimale, che ci fa figli di Dio e fratelli tra noi.
Da qui la nostra dignità e la nostra grandezza, da qui la certezza di essere teneramente amati da Dio, che ci onora con la sua presenza. Dio vuole abitare non più in un tempio, fatto di mattoni, ma nella nostra interiorità più profonda.
É il nostro grande ospite, vive con noi, da qui la responsabilità di custodire integra la nostra persona, perché ciò che pensiamo, ciò che decidiamo, ciò che facciamo sia conforme alla volontà di Dio.
Questo è il vero modo di rendergli gloria. Lo Spirito Santo agisce in noi per trasformare il nostro uomo vecchio e renderlo sensibile ai suoi appelli, così da compiere il bene non per obbedienza formale a una regola ben definita, ma per attrazione, cioè nella personale e libera consapevolezza di fare il bene.
Ancora, lo Spirito Santo ci rende pietre vive, costruttori di comunione, membri di un unico corpo, le cui membra partecipano dell’unico Spirito e si sentono responsabili le une le altre. Così contribuiamo a costruire la Chiesa, anche noi, come gli operai del Medio Evo, contribuiamo a edificare una Cattedrale, non più di pietra, una cattedrale che però diventa un segno visibile di unità, di concordia e di pace a tutti coloro che la vedono.
Possano i cristiani del vicariato di Canonica e Cittiglio testimoniare a tutti l’amore infinito di Dio, che ama l’umanità sfinita del nostro tempo.
Oscar card. Cantoni

