Tavernerio, 3 dicembre 2025

Celebrazione Eucaristica nella memoria di S. Francesco Saverio

L'omelia del Vescovo

 

  1. Lo stupore. Stupore perché Gesù ritorna a cercare i suoi discepoli dopo che essi lo avevano tradito. Non li sfiducia, ma si ripropone. Noi non lo avremmo fatto. Volendo ricominciare, saremmo andati a cercare gente nuova. Gesù continua di nuovo a cercarli, continua a fidarsi di loro e li ricostruisce come gruppo. Lo stesso stupore dobbiamo coltivare noi perché, dopo ogni nostro fallimento personale, a livello pastorale, ma anche morale, il Signore continua a riporre in noi la stessa fiducia.
  2. A questi amici così inaffidabili, perché fragili, e inesperti, Gesù propone un progetto sconvolgente, superiore alle loro forze: “andate in tutto il mondo”. Come avranno reagito gli Apostoli? Essi si sentono riconfermati nella fiducia. Ricevono una missione umanamente sconvolgente, impossibile. Lo stupore consiste qui nel fatto che essi accettano questa missione, certamente perché confortati dalla potenza della grazia. Sanno di non poter contare sulle proprie forze, ma sulla forza di Cristo risorto e del suo Spirito. Lo stupore si addice anche a noi, che riceviamo la grazia dello Spirito per cui non dobbiamo spaventarci per i compiti che ci vengono affidati. É Lui che agisce in noi e sarebbe vano gloriarci dei doni che riceviamo. Non sono nostri. Noi siamo semplicemente degli umili strumenti. Non possiamo vantarci di noi stessi.
  1. Stupore anche per i mezzi che Gesù consegna ai suoi Apostoli, non dovranno temere per la loro debolezza perché sostenuti dalla forza di Dio, che agisce nella piccolezza dei segni umani. È lo stesso stupore che ha suscitato la visita del papa in Turchia. Si è recato su un cumulo di pietre a Nicea e li ha proclamato lo stesso Credo che i Padri del primo Concilio hanno annunciato 1700 anni fa. Stupore suscita in noi la consapevolezza che i discepoli, diffusi nel mondo, con la forza del vangelo, hanno trasformato la mentalità del tempo, come iniettando un nuovo stile di vita, molto umano, ma anche attraente, piacevole. Il cristianesimo fugge da ogni forma di angelismo. Propone l’umanesimo nella forma più piena. Valorizza tutto ciò che è umano, dal momento che Gesù si è fatto carne, insegnandoci l’arte di amare, che è il proprio della natura divina. Stupore quindi anche per noi chiamati, ad essere profondamente umani, non angeli! perché sostenuti dalla grazia di Dio che ci permette di essere capaci di dono, cioè di amore, là dovunque il Signore ci chiama ad essere.
  1. Stupore perché i discepoli partono e raggiungono qualunque contesto umano. Predicavano dappertutto, non solo dove avevano la certezza che potevano essere accolti. Stupore perché anche noi abbiamo il compito di raggiungere i nuovi areopaghi moderni, trovando le modalità concrete di essere anche lì fermento di vangelo, sostenuti dalla grazia della Parola che sempre ci accompagna.

Oscar card. Cantoni

 

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