È un motivo di festa e di gioia poterci trovare insieme, fratelli e sorelle delle diverse comunità pastorali di questo vicariato, a festeggiare il Cristo Risorto, presente e vivo tra noi, che ci rivela Dio come il Padre comune e ci dona lo Spirito santo.
È lo Spirito, infatti, che illumina la Parola di Dio che abbiamo appena ascoltato e ce la rende accessibile, cioè la attualizza.
È con la potenza dello Spirito santo che il pane e il vino, deposti sulla mensa dell’altare, diventeranno il Corpo e il Sangue vivente del Signore.
È con la sua forza che noi, pur essendo diversi, e provenendo da diverse parrocchie, nutrendoci della Eucaristia, diveniamo una cosa sola, perché è con l’Eucaristia, principio di unità, che noi siamo trasformati in un solo corpo.
Lontano da noi quindi le divisioni, i conflitti, gli antagonismi, la supremazia di una parrocchia sull’altra, come se agli occhi di Dio contasse più delle altre, come se qualcuno si sentisse più importante degli altri e anche insostituibile.
Se coltivassimo questi pensieri saremmo ancora espressione di una mentalità mondana, ben lontana dal vangelo. Creerebbe scandalo e divisione, tutto il contrario di ciò che stiamo celebrando.
È l’Eucaristia che noi celebriamo che ci fa passare dall’io al noi, ci matura quindi una mentalità comunitaria perché tutti fratelli e sorelle, frutto della morte e risurrezione di Cristo. È questo il messaggio che abbiamo ricevuto venerdì sera nella celebrazione nella chiesa di s. Vincenzo a Gravedona, il messaggio che Gesù risorto ha affidato a una donna, Maria di Magdala, l’apostola degli Apostoli: “Va’ dai miei fratelli”.
Questo invito all’unità, a sentirci un solo corpo in Cristo, a prenderci cura gli uni degli altri, corrispondono già al severo monito di Giovanni Battista, colui che ha preparato nel deserto il suo popolo ad accogliere degnamente il futuro Messia, ormai alle porte, mediante l’appello alla conversione.
“Convertitevi, perché il Regno dei cieli è vicino”, osava affermare con rigore Giovanni Battista alle persone che venivano a lui nel deserto della Giudea.
Convertitevi, è una delle prime parole di Gesù, riferite dai vangeli, è l’invito che viene rivolto direttamente anche a noi, questa mattina.
Fate, cioè, in modo di riconoscere che il regno di Dio è già presente in mezzo a noi e che la Comunità cristiana ne è la prima espressione vivente, una sua umile immagine.
Frutto del Regno di Dio è la pace, da costruire insieme. Testimonianza viva del Regno di Dio già operante tra noi è la comunione dei cuori, la vicinanza solidale gli uni con gli altri, la collaborazione sincera, l’unità fraterna. Siamo ancora capaci di stupirci e di contemplare? Siamo in grado di promuovere la giustizia e la fraternità?
Si vedono queste caratteristiche negli intenti programmatici delle nostre Comunità?
Le persone che non credono o che non frequentano più i nostri ambienti, ma ci scrutano con rigore e ci osservano, possono identificare queste belle caratteristiche presenti nelle nostre parrocchie?
Solo la testimonianza viva di una vita nuova secondo lo Spirito riesce ancora a rendere attraenti le nostre Comunità e preghiamo perché ciascuno di noi si senta impegnato a fare la sua parte, perché l’unità e la pace, che gli uomini tutti desiderano, possano essere anticipate nei nostre parrocchie, quali luoghi di accoglienza fraterna e di solidarietà universale, segno del Regno che viene.
Oscar card. Cantoni

