Menaggio, 21 dicembre 2025

Ingresso di don Davide Pozzi

Le parole del Vescovo

La scelta di don Davide come nuovo parroco/arciprete di questa Comunità pastorale, che raggruppa le parrocchie di Menaggio, Loveno, Croce e Nobiallo, è frutto di un lungo, paziente discernimento condiviso, un esercizio di sinodalità maturato insieme, ben ponderato. Si trattava di assicurare, da una parte, una continuità e uno sviluppo nell’impegno pastorale unitario tra le vostre parrocchie, realizzato in questi anni dalla presenza operosa di don Pierino, che ancora ringrazio e saluto.  Dall’altra, era conveniente assicurare una continuità nel tempo delle diverse attività vicariali di pastorale giovanile, che don Davide ha lodevolmente promosso, in questi ultimi anni, con la collaborazione di laici e laiche.

Considerato l’impegno profuso in questi anni da don Davide, è parso bene affidare a lui, che già ben conosce la situazione, e sperimentate le difficoltà, questo contemporaneo duplice servizio, sostenuto dalla presenza attiva di sacerdoti e laici che lo possono affiancare e che già ringrazio di cuore. Non va così perso ciò che si è realizzato in questi ultimi tempi, così da dover ricominciare nuovamente da capo. Credo che questa scelta sia l” occasione propizia per nuovi ulteriori sviluppi, appunto nella sana logica della continuità.

Quando un sacerdote viene accolto in una nuova Comunità, subito ci si domanda di chi si tratti e si cercano i modi più utili per aiutarlo a inserirsi nel nuovo contesto e di conoscerlo più da vicino. Nel caso di don Davide questa fatica non sussiste, perché tutti già lo conoscete, con i suoi pregi e perfino con gli inevitabili difetti, come tutti noi. Perciò si tratta, nel vostro caso, di approfondire la relazione con lui, tenendo conto che il duplice compito che gli è affidato è certamente impegnativo.

Quanto più costose sono le responsabilità, tanto più è richiesta vicinanza, stima e presenza responsabile di tutti, dal momento che il ministero pastorale non può ricadere solo esclusivamente sul parroco, ma tutti devono sentirsi coinvolti, laici e sacerdoti, che insieme vivono la vita cristiana e condividono la gioia della fede e anche le sfide. Comincia così una nuova tappa nella vita di questa Comunità cristiana, che coinvolge e interpella non solo, le parrocchie, ma anche l’intero vicariato, anche perché questa parrocchia può diventare un punto di riferimento comune, in modo speciale per la pastorale giovanile vocazionale.

Caro don Davide, permettimi di lasciarti alcuni consigli, a sostegno del laborioso impegno che ti attende.

Il primo riguarda l’evangelizzazione.

La Chiesa non deve andare incontro solo a quanti si sono allontanati dalla fede, o non la conoscono del tutto, ma anche deve preoccuparsi di rivitalizzare la fede dei cristiani di tutte le età che già frequentano le comunità. Sia di quelli per i quali il vangelo è divenuto ormai insignificante, sia di quelli che, pur rimanendo nella Chiesa, non hanno modo di coltivare la loro fede o si sono lasciati influenzare dalla mentalità mondana, diffusa ormai ovunque. Impegnati a costruire, insieme con le forze laicali che ancora sono una presenza significativa, una Comunità cristiana che, sia pure minoritaria, tuttavia è operosa, coraggiosa e servizievole. Costruisci la Comunità con La gioia della semplicità e della vicinanza, così da renderla una famiglia autentica, dove ci si stima e ci si aiuta vicendevolmente.

Oso proporti anche un secondo consiglio, soprattutto nei riguardi del tuo impegno di pastorale con la gioventù. La prova certa di un fecondo passaggio della fede da un cuore all’altro (la fede si trasmette anche per contagio!) è segno che quella Comunità è diventata attraente, in essa c’è salute, vitalità e freschezza. Là dove avviene una vera trasmissione della fede, inevitabilmente, si sviluppano i germi di vocazione in giovani che, lasciando tutto per il Signore, danno vita vocazioni sacerdotali, religiose e missionarie, oppure scelgono coscientemente nella fede il matrimonio cristiano. Ti auguro che il Signore possa consolarti e confermare il tuo impegno a vantaggio della gioventù attraverso scelte coraggiose di servizio nel volontariato da parte di giovani che frequentano la pastorale giovanile di zona.

Non mancano, nemmeno in questo vicariato, adolescenti che possono dar vita alla comprovata esperienza, già positivamente presente in altre parti della diocesi, cioè il Sicomoro per i ragazzi e Betania per le ragazze. Abbi il coraggio di proporre questa attività che non mancherà di dare i suoi frutti a suo tempo.

Non attendere che tutto sia perfettamente predisposto! Si può iniziare col poco, ma occorre il coraggio di lanciare L’iniziativa e prop0orla personalmente ad alcuni giovani e ragazze, che non mancheranno di rispondere.

Avanti, dunque, caro don Davide: fidati del Signore che lavora silenziosamente e trasforma i cuori delle persone. La gente ha fame e sete di Dio più di quanto si creda, ormai delusa da tante esperienze che propongono una felicità a buon mercato, che illudono, ma che poi deludono. Fidati anche dei collaboratori che Dio ti manda e aiuta la gente a sognare non comunità perfette, ma sani ambienti di vita ordinaria fraterna, dove regnano vicinanza, compassione e tenerezza. In essa lì Dio opera e compie meraviglie.

Tu dagli semplicemente una mano e continua il tuo impegno, chiedendo spesso la grazia della pazienza.

Essa “è figlia della speranza e nello stesso tempo la sostiene” (Spes non confundit, n. 4).

Oscar Card. Cantoni

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