Como,13 maggio 2025

Dedicazione della Basilica Cattedrale

L'omelia del Vescovo

Abbiamo ancora viva nel nostro cuore la grande intensa gioia, unita a profonda gratitudine, per il dono che il Signore ci ha offerto con papa Leone XIV, nuovo vescovo di Roma, chiamato alla guida della Chiesa universale. Una scelta che ci ha sorpreso e profondamente commossi.
Ci sentiamo perciò in piena unità di intenti con il nuovo Papa, quale padre e maestro di unità, guida illuminata dallo Spirito Santo per questa stagione di Chiesa da poco iniziata con l’inizio del suo pontificato.

Attraverso gli avvenimenti di questi giorni, abbiamo ancora una volta sperimentato la consolante certezza che il Signore accompagna il cammino della sua e nostra Chiesa e la vivacizza con scelte sempre nuove e insperate.

Con sentimenti di docilità filiale nei confronti di Colui che Egli ha posto come guida suprema della Chiesa, abbiamo varcato la porta santa della nostra Cattedrale, nel giorno solenne in cui festeggiamo la sua dedicazione e dedichiamo una speciale attenzione per il mondo dei lavoratori, che oggi vivono l’appuntamento giubilare, attraverso una loro significativa rappresentanza.

Dentro questa celebrazione sono qui rappresentate pure tutte le nostre comunità parrocchiali, quelle presenti in Città e nella intera diocesi.

I cristiani, uomini e donne di tutte le età, vivono i nostri stessi sentimenti, gustando la bellezza di appartenere a un unico corpo, di cui Cristo è il capo e di camminare dentro un orientamento comune, quale la sinodalità, la missionarietà e la ministerialità, attraverso cui permettere alla Chiesa di compiere la sua missione nel mondo di oggi.

Siamo tutti determinati nell’impegno comune di mantenere spalancata la porta della nostra Chiesa, pronta a riconoscere e ad aprirci alle opere di Dio e venire incontro alle esigenze dei nostri fratelli.

Preghiamo durante questa Eucaristia per le numerose vittime del lavoro, che quasi ogni giorno in Italia muoiono per i diversi incidenti sul campo del loro impegno professionale, generando tanta sofferenza alle loro famiglie e al contesto da cui provengono.

La porta aperta della nostra cattedrale ci stimola ad interpretare più velocemente i desideri profondi, condividere le gioie e le sofferenze di quanti ricercano nella Chiesa vicinanza, compassione e tenerezza. Pensiamo con immensa tristezza ai grandi profitti delle industrie che in diverse parti del mondo fabbricano e commerciano armi sempre più sofisticate a danno di tante vittime innocenti. Il fratello procura la morte del fratello pur di arricchirsi, avendo fatto del denaro un idolo.

La porta aperta della nostra Cattedrale vuole significare anche il nostro comune desiderio di impegnarci per una Chiesa capace di accogliere ed ascoltare tutti, così che nessuno si senta estraneo, ma tutti valorizzati per i doni che possiedono e che ci trasmettono a prezzo anche di tante fatiche. Siamo grati a tutti i lavoratori, in particolare quelli che svolgono servizi umili, tuttavia preziosi e indispensabili per il bene comune.

La chiesa cattedrale è un luogo accogliente che riassume la volontà di Dio che viene incontro al suo popolo e lo alimenta con il dono della sua Parola e dei sacramenti. È anche un luogo in cui, incontrandoci tra noi, ci riconosciamo fratelli e sorelle, tutti in cammino verso la casa dell’unico Padre. Condividendo la medesima fede, il Signore ci tenda capaci sempre più di condividere anche le gioie e le sofferenze che sperimentiamo tra noi.

Oscar card. Cantoni

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