Mi rivolgo a voi, cari seminaristi, Gabriele, Giovanni e Davide,
a te, caro fra Stefano, della Fraternità santo Spirito,
che chiedete di prepararvi al Diaconato e al Presbiterato,
e anche a voi, cari Nicola e Giampiero, che aspirate a ricevere il Diaconato permanente:
Rimango sempre molto stupito e commosso quando giovani come voi mi rivolgono domande simili, cioè, esprimono il desiderio sincero di seguire Gesù attraverso il ministero ordinato.
Ciò significa innanzitutto che Dio chiama ancora, in questo nostro contesto piuttosto secolarizzato, che Cristo è preso di nuovo in parola, che esistono ancora uomini del tutto ordinari, come voi, (e secondo il mondo un po’ folli!) perché generosi, che accolgono con gioia la sua chiamata e sono disposti ad avventurarsi su queste strade, che possono sembrare impervie e che tuttavia promettono una via possibile di felicità per loro stessi e per gli altri.
Vi ringrazio per aver ascoltato e risposto alla chiamata del Signore. E il mio grazie è rappresentativo di tutta la nostra Comunità ecclesiale. Voi siete un esempio molto concreto per i giovani alla ricerca della loro strada, uno stimolo a superare incertezze e dubbi, fidandosi completamente del Signore: Egli è sempre fedele alle sue promesse. Ve lo confermo io con la mia esperienza personale, visto che vivo alla sua sequela da cinquant’anni. Non sto annunciando teorie, ma testimonianze concrete di vita!
Il vostro desiderio di seguire Gesù, accogliendo la sua chiamata, è sostenuto dalla risposta esemplare di Maria, come è narrata dal vangelo che abbiamo ascoltato, una chiamata del tutto improvvisa e sconvolgente, alla quale Maria ha fin da subito aderito con tutto il suo essere, pronta anche ad accogliere tutto quello che nel tempo Dio le avrebbe manifestato.
Il vostro “eccomi” è simile al suo e ogni giorno siete invitati a ripeterlo. È un sì che, detto quotidianamente, e in ogni stagione della vita, vi ricarica di speranza, vi mette in situazione di ascoltare e accogliere i doni di Dio, che si rivelano anche nei momenti più impegnativi e sofferti.
A voi ricordo l’esortazione di s. Agostino, che dovete incidere nel vostro cuore come una indicazione programmatica: “Amate ciò che sarete” (Discorso 216,8). Ciò suppone che continuiate ad avvertire l’attrazione per qualcosa di grande, di un amore che possa nutrire e saziare in abbondanza il vostro cuore. La vocazione al diaconato e al presbiterato è un’avventura che coinvolge tutta la vostra persona e dà senso alla vostra vita.
Si tratta di un’avventura d’amore con Dio, che richiede la certezza che Egli sazierà il vostro desiderio di essere amati, così da essere capaci di innestarvi nel campo della Chiesa, dovunque sarete inviati, con passione e generosità, amando a vostra volta, come risposta al suo amore, tutte le persone a voi affidate, in modo speciale i piccoli e i poveri, senza creare dipendenze.
La missione evangelizzatrice a cui siete chiamati suppone la testimonianza di una gioia umile e semplice, la disponibilità al servizio, che consiste nell’impegnarsi là dove c’è bisogno, senza cercare il proprio utile, con il desiderio di condivisione con gli altri, sacerdoti, diaconi, membri della vita consacrata e fedeli laici, nella dimensione di una vera sinodalità, condizione indispensabile per edificare la Chiesa oggi.
Intercedano per voi tutti la gloriosa Vergine Maria, madre della Chiesa, che oggi onoriamo come beata Vergine Maria del Rosario. Vi proteggano i santi Felice e Abbondio, nostri patroni, rendendovi apostoli e testimoni del Vangelo.
Oscar card. Cantoni