Paniga, 20 dicembre 2025

Esequie di don Battista Galli

L'omelia del Vescovo

Siamo una assemblea molto numerosa e composita, in questa chiesa, troppo piccola per contenerci tutti, giunti da varie località della diocesi e oltre. Da una parte, siamo profondamente rattristati per la improvvisa morte di don Battista, mentre, al contrario, ci rallegriamo nel Signore, che lo ha chiamato alla pienezza della vita eterna.

Noi crediamo che don Battista è ora nelle salde e tenere mani di Dio e nessun tormento può contrastare la pace e la gioia che Egli dona ai suoi servi fedeli.  “Dio lo ha provato e lo ha trovato degno di sé; lo ha gradito come l’offerta di un olocausto”, abbiamo ascoltato dal libro della Sapienza.

Mentre celebriamo il mistero pasquale di morte e risurrezione, affidiamo a Cristo, buon pastore, l’anima di don Battista, una figura di spicco del nostro presbiterio, a cui l’intera diocesi deve molto, per i molteplici incarichi da lui vissuti a servizio del bene della nostra gente e per amore della nostra Chiesa. Il Signore Gesù lo renda degno di partecipare alla festosa liturgia dei Santi nella Gerusalemme celeste, dal momento che Egli ha dato la vita per i fratelli, avendo compreso di essere stato teneramente amato dal suo Signore, che lo ha scelto e chiamato alla sua sequela.

Molti dei presenti riconoscono in don Battista una figura preziosa e determinante per la loro esistenza: nel tempo si è rivelato un fratello, un amico, un maestro, un educatore e un padre. Un padre di figli adulti, che ha avuto rispetto per la loro maturità, autonomia e libertà. Un padre che con il suo sguardo e con la sua amorevole saggezza ha aiutato molti giovani a cogliere il segreto di una vita riuscita, a guardare nel proprio cuore e a interrogarsi se portasse in loro stessi la voglia di imparare ad amare secondo il vangelo.

Sono in molti a dover ringraziare questo nostro fratello presbitero perché si è rivelato un ispiratore prezioso della loro vita cristiana, che ha permesso loro di allargare le personali prospettive ed essere indirizzati verso scelte di solidarietà e di servizio, in professioni laicali impegnative, di alta responsabilità, anche se costose, a vantaggio della comunità civile ed ecclesiale.

Il suo stimolante insegnamento, la sua limpida ed esemplare testimonianza di vita, ha permesso a molti di “aprire gli occhi” sulla realtà multiforme, in un contesto sociale e culturale del tutto nuovo, sempre letto e interpretato alla luce della fede cristiana.

Don Battista ha avuto il dono di promuovete e avviare nuovi cammini ecclesiali, in risposta alle attese, alle urgenze e alle speranze degli uomini del nostro tempo, alle reali aspirazioni spirituali, ai desideri, alle domande e ai bisogni delle persone del nostro tempo.

Così don Battista è da considerare tra coloro che ci hanno stimolato e aperto l’interesse per sognare un nuovo mattino, non per una nuova Chiesa, ma per una Chiesa nuova, che concede spazio alla gente che pensa più in là. Una Chiesa che incoraggia e non giudica, che accoglie specialmente chi si sente piccolo, o peccatore, o semplicemente ai margini.

Don Battista ha insegnato alle Comunità a cui è stato inviato e ai giovani che ha guidato, l’arte di amare. Ha ricordato che noi amiamo veramente qualcuno quando siamo capaci di dare ad esso la priorità rispetto al nostro proprio io, dimenticando noi stessi, superando i nostri interessi e le nostre pretese egoistiche.

Da buon direttore della Caritas, don Battista ha fatto comprendere che in ogni povero e bisognoso è Gesù stesso che ci attende. “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”, dice Gesù nella celebre scena del giorno del Giudizio. E ha certamente gioito e condiviso quanto papa Leone ci ha donato la sua prima esortazione apostolica sull’amore verso i poveri. “Sono convinto, afferma, che la scelta prioritaria per i poveri genera un rinnovamento straordinario sia nella chiesa che nella società, quando siamo capaci di liberarci dalla autoreferenzialità e riusciamo ad ascoltare il loro grido” (7).

Caro don Battista: sei stato un grande dono per la nostra Chiesa, continua ad esserlo, dal momento che ora distingui veramente il bene che noi cerchiamo di costruire e puoi intercedere per noi, che ci affidiamo al tuo aiuto. Ricordaci sempre che Dio non si lascia vincere in generosità, soprattutto quando la Chiesa annuncia il Regno di Dio, iniziando dai più vulnerabili.

Oscar card. Cantoni

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