- Sono molto lieto di incontrarvi in questa Città santa che è Assisi, punto di riferimento per tanti cercatori di Dio, illuminati dalla testimonianza di fede di s. Francesco, s. Chiara e del beato Carlo Acutis. È bello che vi sentiate accompagnati dal vostro vescovo, così sperimentate la vicinanza, la tenerezza, la sollecitudine dei vostri pastori, che io rappresento qui, persone che si prendono cura di voi e sono presenti nei momenti importanti della vostra vita. Non potevo mancare a questo straordinario appuntamento! Nello stesso tempo, la vostra partecipazione al Giubileo vi rende rappresentanti di tutti i giovani della diocesi che non hanno avuto la fortuna come voi di essere presenti qui.
- Tra le varie categorie invitate al Giubileo, a Roma, quella dei giovani è la più attesa. Come diocesi siamo presenti in 250 giovani, mentre celebreremo anche un altro pellegrinaggio diocesano a settembre con 1200 iscritti. Molti di voi vedranno di persona per la prima volta il nuovo Papa e sono molto interessato a cogliere quello che vi dirà. È il primo dialogo di papa Leone con i giovani! Il Giubileo dei giovani, se ne prevedono 500 mila, è una festa di fraternità perché non solo sono presenti con il loro entusiasmo e la loro freschezza giovani da tante parti del mondo, ma anche partecipano giovani e ragazze provenienti dai luoghi di guerra, di sofferenza, di persecuzione della fede. Insieme invocheremo pace. I giovani condannano la guerra e ogni forma di discriminazione e di violenza. Promuovono la vita e la dignità di ogni persona.
- Occorre che voi siate convinti che per ciascuno questo Giubileo è una occasione privilegiata, forse irripetibile, attraverso cui sentirvi attratti dal Signore e poterlo riconoscere come Signore, ma anche come amico. Egli cerca tutte le opportunità per venirvi incontro, per farvi sentire il suo amore, la profondità della sua misericordia. Da questa esperienza. Ne uscirete senz’altro trasformati, me lo auguro vivamente. Sappiate riconoscere questo evento come un tesoro grande che il Signore ha preparato per voi. È certo che la partecipazione a questo evento è una prova in più che voi giovani non avete rinunciato alla dimensione spirituale della vita, che desiderate coltivare una vostra personale vita interiore, e cercate chi vi accompagni a dare un senso compiuto alla esistenza, fino a riconoscere la presenza del Signore che dà luce ai grandi interrogativi che vi bruciano nel cuore. “il primato della interiorità, la coscienza che niente si fa o si muove se non c’è la conversione del cuore, se non si punta innanzit9utto all’interno della persona: questa è la radice, il motore di tutto”.
- Vorrei esprimervi un pensiero a cui ho molto riflettuto. La Chiesa ha estremo bisogno di voi. Molti di voi mi confidano che essa deve aggiornarsi, che si presenta antiquata, che è fatta solo di vecchi. Vi confesso che provo grande tristezza quando entro in una chiesa vuota di giovani. Ebbene, io vi dico: metteteci del vostro! Non state ai margini, magari a giudicare con severità le nostre Comunità. Siate propositivi, non lasciate che siano gli adulti a suggerirvi come vivere da discepoli del Signore.
Lo Spirito Santo ha bisogno di voi, della vostra creatività, del mordente che vi fa appassionati cercatori di verità, di vita e di bellezza, con il desiderio di rendere la Chiesa più bella, più umile, più santa. Desiderate costruire “non una Chiesa seduta, ma una Chiesa in piedi, che raccoglie il grido dell’umanità. Non una Chiesa statica, ma una Chiesa missionaria, che cammina con il Signore sulle strade del. Mondo”.
La Chiesa, certo, è dotata di magnifiche energie sempre vive e attuali: la Parola di Dio, i sacramenti, tra cui la Eucaristia e la Confessione, la testimonianza dei Santi e dei martiri lungo tutti i secoli. Ha tuttavia bisogno di voi, crede in voi, crede nel vostro coraggio, nella vostra creatività, nella vostra presenza, non solo nei momenti speciali di questi giorni, ma nella ferialità della vostra vita.
Crede nel vostro desiderio di avanzare anche con forme nuove di evangelizzazione che solo voi potete offrire e metterle a servizio dei coetanei che non frequentano i nostri ambienti.
I nostri schemi di adulti che vi proponiamo sono spesso ripetitivi, perché ricalcano un modello usato nel nostro tempo, in un passato che non c’è più.
Voi solo sapete offrire metodi e linguaggi nuovi, che esprimono la sensibilità dei giovani di oggi, i loro desideri profondi, ma anche le loro lacrime, le loro sofferenze interiori, i loro desideri di vita, il loro grido di aiuto, anche se inespresso.
Sarebbe sterile questa esperienza giubilare se tornando a casa, tutto ritornasse come prima, se vivrete superficialmente, senza coinvolgimento interiore questi giorni. Non permettetelo a voi stessi. Io, ve lo chiedo in nome di Cristo e della Chiesa, ma anche a nome di tante giovani che sono oggi disorientati e hanno bisogno di vicinanza, compassione e tenerezza. E voi potrete offrire con molta spontaneità questi doni indispensabili per la vita di tutti.
Voi soli potete essere in grado di incontrare i vostri coetanei, soprattutto quanti hanno abbandonato la fede subito dopo la Cresima, quelli che restano indifferenti e si dichiarano agnostici. Non credeteci troppo. In ciascuno c’è’ un desiderio profondo di verità e di senso, a volte cercato attraverso soluzioni sbagliate.
Voi conoscete bene le categorie culturali per parlare loro di Gesù e narrare come l’incontro con Lui ha cambiato la vostra vita. Non abbiate vergogna a parlare della vostra amicizia con Lui, il tesoro più grande della vostra vita.
Nelle vostre comunità, come nelle associazioni, esigete che vi sia insegnato a vivere un cristianesimo adulto, frutto anche di una riflessione critica, adatto al nostro contesto di vita, in dialogo anche con altre persone di fede differente dalla vostra o espressione del deserto spirituale che si respira in tanti nostri ambienti di vita.
Siate testimoni di speranza anche presso i vostri sacerdoti. Molti di essi stanno attraversano un periodo difficile. A volte sono scoraggiati e avviliti per l’indifferenza di molti, ma anche travolti da tanti impegni burocratici, che esulano dalla loro missione pastorale.
A volte sono provati dalla solitudine o dallo smarrimento, soprattutto quando ricevono critiche dai laici, che pretendono, ma che spesso però non si sentono di assumere impegni continuativi nelle comunità.
Andate a cercare i vostri preti, andate a confessarvi da loro e sentiteli al vostro fianco come amici e compagni di vita.
Siate propositivi. Non aspettate che le proposte pastorali vengano solo da essi, ma abbiate il coraggio di farvi avanti e di proporre nuove esperienze di vita comunitaria o di servizio di volontariato, perché tutti nella Chiesa hanno diritto di parola, a maggior ragione i giovani. Solo voi siete in grado di raggiungere missionariamente tanti vostri coetanei che non frequentano la Chiesa, ma che sono come voi alla ricerca di verità, pace e amore.
E pregate anche per me perché sappia rendere grazie al Signore per tutti i doni che ho ricevuto in questi cinquant’anni di ministero presbiterale. Un esercizio di paternità di cui sono grato, frutto anche dell’aver sempre vissuto il ministero con voi giovani, anche con molti vostri genitori, un tempo giovani… “chi sta coi giovani, rimane giovane! ” diceva S. Giovanni Paolo II.
Oscar card. Cantoni