Cattedrale di Como, 16 novembre 2025

Nel povero riconosciamo il volto di Cristo vivente

L'omelia del Vescovo

Domenica 16 novembre nel Duomo a Como, il Vescovo, cardinale Oscar Cantoni ha presieduto la Santa Messa giubilare alla quale erano presenti operatori, volontari e ospiti di tutti i gruppi e servizi Caritas della diocesi di Como. Fra i concelebranti, don Alberto Fasola, assistente spirituale della Caritas diocesana. La celebrazione si è tenuta nella Giornata Mondiale dei Poveri e, per la Caritas diocesana, segna l’inizio della “Settimana Giubilare”. Dal 17 al 23 novembre si aprono, infatti, le porte delle Opere Segno Caritas a Como, Sondrio e Morbegno (So), offrendo l’opportunità di conoscere da vicino i luoghi e le persone che ogni giorno si impegnano nel servizio ai più fragili. In molti di questi luoghi saranno gli ospiti ad affiancare volontari e operatori nel racconto delle diverse realtà, così proporre una narrazione non “degli” ultimi ma “con” gli ultimi, vero antidoto all’esclusione e alla “cultura dello scarto” più volte evocata da Papa Francesco e ripresa da papa Leone nell’Esortazione Apostolica Dilexit te. Un’occasione non solo per conoscere le opere della Caritas, ma per toccare con mano la realtà della fragilità e scoprire in essa la speranza che si nasconde nelle pieghe delle nostre città.

 

Di seguito il testo dell’omelia del Vescovo.

Siamo in molti questa mattina a celebrare l’Eucaristia in coincidenza con il giubileo dei poveri. È stata usata una organizzazione capillare per la partecipazione di tante persone che svolgono, nelle forme più diverse, un volontariato a servizio dei poveri nelle nostre parrocchie. Siate tutti benvenuti!
Vorrei ringraziare innanzitutto i tanti amici che in ogni parte della diocesi si prodigano a servizio dei poveri, aiutando così la Comunità cristiana a superare il virus della cultura della indifferenza e dello scarto, per sottolineare, invece, l’impegno per la cura di chi è spesso lasciato solo ai margini della società.

Vorrei esprimere qui tutta la mia gioia, unita a gratitudine, per l’esemplare testimonianza di servizio gratuito della nostra Caritas diocesana e delle Caritas vicariali. Esse sono uno strumento pedagogico per aiutare l’intera Comunità cristiana ad assumersi sempre più la responsabilità dell’impegno di servizio verso i poveri. Quando ci disponiamo a servire i poveri con tanta generosità e molto impegno, è facile tuttavia sperimentare dentro noi stessi la sottile tentazione di sentirci bravi. Infatti, non ci risparmiamo, donando generosamente tempo, mani e cuore.

Tuttavia, oggi vorrei richiamare con particolare forza, alla luce del primo testo che papa Leone ha inviato a tutta la Chiesa con la sua esortazione Dilexi te (ti ho amato) Ap 3,9, la gioiosa certezza che, impegnandoci con i poveri, siamo noi per primi a ricevere, quindi ad essere evangelizzati.  Servire i poveri non è un atto da compiere dall’alto in basso, non un gesto di pietà offerto indistintamente a poveri qualunque, ma un incontro tra pari, tra fratelli e sorelle, con nomi e volti precisi, attraverso cui Cristo viene rivelato e annunciato.  Come già ci aveva insegnato s. Giovanni Paolo II, c’è una presenza speciale di Cristo nella persona dei poveri, che obbliga la Chiesa a fare una opzione preferenziale per loro.

I poveri non sono quindi un problema sociale, essi sono una questione familiare. Sono dei nostri, ci appartengono! Il nostro rapporto con loro non può essere ridotto a una attività qualunque o a un ufficio della Chiesa (104) e ciò determina radicalmente la particolare relazione con ciascuno di essi, arrecandoci benefici reciproci. Mentre li aiutiamo, mettendo a loro disposizione i nostri mezzi economici, essi, in contraccambio, ci evangelizzano.  Ci rivelano innanzitutto la nostra precarietà e la vacuità di una vita apparentemente protetta e sicura, come sottolinea papa Leone (109) e insieme, ci riconducono all’essenziale della nostra fede. I poveri non sono una categoria sociologica, ma “la carne stessa di Cristo”, come già li aveva definiti l’amato papa Francesco nella Evangelii gaudium.

Ricordo con commozione e vivo stupore una confidenza intima che don Roberto Malgesini mi aveva riservato, ossia il suo sguardo pieno di stupore e di commozione alla scoperta di questa realtà (i poveri sono la carne di Cristo), che dava ragione al suo impegno di vicinanza affettuosa e concreta nei confronti dei senza dimora, delle singole persone che vivono in strada, di cui conosceva perfettamente il nome e la loro provenienza, poveri che egli quotidianamente incontrava nelle vie della nostra Città, offrendo loro, con garbo signorile, la colazione. Il nostro impegno a servizio dei poveri non può essere considerato una sola opera di filantropia, sia pure meritoria. Il prenderci cura dei poveri è una azione ecclesiale attraverso la quale noi tocchiamo la carne di Cristo. In loro Dio si rende presente, fragile e concreto.

Ogni volta che serviamo i poveri, che oggi si manifestano dentro tante forme di povertà, (compresa la povertà morale, spirituale e culturale) noi dobbiamo imparare a riconoscere in essi i tesori più preziosi attraverso i quali Gesù ama mostrarsi. Non sono i poveri ad aver bisogno della Chiesa, è la Chiesa ad aver bisogno dei poveri.  La povertà diventa profezia. Ci libera dalla tirannia dell’avere. Smaschera la cupidigia del possesso. L’essere umano non è fatto per l’accumulazione, ma per il dono. Nel volto dell’altro, ferito e consumato, noi riconosciamo il volto di Cristo vivente.

Oscar card. Cantoni

 

All’inizio della Santa Messa giubilare Rossano Breda, direttore della Caritas della Diocesi di Como, ha rivolto il suo saluto al Vescovo.
Di seguito il testo dell’intervento del direttore Breda.

Carissimo don Oscar, vescovo e cardinale e Pastore della nostra Chiesa, un saluto e un ringraziamento nella pace e nella speranza.

All’inizio di questa celebrazione, faccio mie le parole dei nostri pontefici riguardo questo tempo di giubilo, di ringraziamento, di celebrazione nello Spirito del Risorto. In particolare, l’invito di Papa Francesco a riconoscere che la speranza nel Signore Gesù non delude mai! E allo stesso tempo, Papa Leone ci esorta a credere “che la speranza è animata dalla certezza, ferma e incoraggiante, dell’amore di Dio, riversato nei cuori dallo Spirito”. Con questi sentimenti e convinzioni, ringrazio Dio per questo momento sinodale, ministeriale, missionario.

Sinodale perché nella chiesa cattedrale della nostra diocesi, oggi, celebriamo un momento di spiritualità, di fraternità, di cammino insieme. La Caritas diocesana si riconosce nel cammino ecclesiale delle nostre comunità perché crede fermamente che il servizio agli ultimi passi attraverso la certezza di essere comunità in cammino. E accoglie il mandato che riceve dagli orientamenti pastorali del suo vescovo.

Ministeriale perché, come organo di animazione pastorale, all’interno delle nostre comunità tiene viva l’attenzione al servizio, alla relazione, alla comunione, con uno sguardo particolare a chi è ai margini ed è escluso.

Missionaria in quanto si riconosce nel dinamismo dell’amore di Dio verso i poveri, assumendo il ruolo di pastorale in uscita, che incontra le persone nella quotidianità delle loro fatiche e sofferenze.

Oggi, vogliamo celebrare e ringraziare, riconoscendoci in quel mandato che, come nostro pastore nella fede, hai sottolineato nelle “Indicazioni pastorali per un anno di grazia”. Dove si è ricordato che la speranza si riconosce nei segni dei tempi che la storia ci chiama a discernere e affrontare. In particolare, su alcuni fronti c’è un impegno costante. Come l’attenzione al mondo dei giovani e al loro protagonismo di solidarietà. Al mondo del carcere, di così drammatica attualità. Alla fatica e sofferenza di chi è coinvolto nelle ludopatie e azzardopatie. Non per raccontare che siamo bravi. Ma per narrare che ci consideriamo “pellegrini sulle strade della vita”, all’incontro con chi soffre ed è emarginato.

Per questo ringrazio l’assemblea qui presente che è una porzione della tua Chiesa di volontari ed operatori che si dedicano alla costruzione di una comunità sociale più giusta, più inclusiva, più accogliente. Ringrazio chi ci ospita in questa magnifica cattedrale, che simboleggia il cammino di una Chiesa diocesana sempre attenta alle dinamiche della storia e della società. Ringrazio i santi della porta accanto, le centinaia di volontari delle Caritas territoriali sparsi in ogni angolo della diocesi. Saluto chi ci segue da casa, ringraziando anche chi permette la trasmissione televisiva di questa Messa. Ringrazio i santi e le sante della nostra storia diocesana che nel loro esempio e testimonianza ci aiutano a tenere lo sguardo fisso verso i poveri e gli scartati del nostro tempo, definiti da Papa Francesco nella EG luogo teologico della presenza di Gesù crocifisso.

Come pellegrini della speranza e della carità, imploriamo il perdono e la misericordia in questo Giubileo diocesano, sicuri che sperimentare l’indulgenza significa prima di tutto vivere l’amore incondizionato di Dio Padre, per impegnarci ogni giorno ad essere testimoni nelle opere segno, piccole e grandi, presenti in tutta la Diocesi. Per tutto questo, insieme a te nostro vescovo e pastore, vogliamo celebrare, pregare, ringraziare, ma soprattutto ripartire come missionari della carità nel tempo e nella storia che ci aspetta. Possa il Signore della vita, guidare i nostri passi.

Rossano BREDA – Direttore della Caritas della Diocesi di Como

 

IN MERITO ALLA “SETTIMANA GIUBILARE”, DI SEGUITO LUOGHI E ORARI DI APERTURA DEI SERVIZI CARITAS INDICATI PER GLI OPEN DAYS:

 A COMO

  • Porta Aperta – Viale Varese 25: martedì e giovedì dalle 9.00 alle 14.30 e dalle 17.00 alle 19.00.
  • Centro Diurno – Via Giovio 42: venerdì alle 12.30 per il pranzo insieme.
  • Centro di Ascolto – Via Don Luigi Guanella 13: lunedì e martedì dalle 9.00 alle 12.00; venerdì dalle 14.30 alle 17.00.
  • Dormitorio – Via Napoleona 34: venerdì dalle 8.30 alle 19.30.
  • Casa Nazareth – Via Don Luigi Guanella 12: martedì e giovedì dalle 9.00 alle 13.00.
  • Mostra sul carcere: “Bassone: quale umanità?” – Centro Cardinal Ferrari, viale Cesare Battisti, 8: mostra della Caritas cittadina sul carcere di Como, da lunedì a sabato, dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00.

A MORBEGNO

  • Casa di Lidia – Via Ganda 2: da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 11.00 (pomeriggio su richiesta: telefono 0342 1892900; e-mail: poncetta@caritascomo.it, m.copes@caritascomo.it).

A SONDRIO

  • Centro di Ascolto – Via Bassi 4/A: martedì dalle 17.30 alle 19.00; mercoledì dalle 9.30 alle 11.30 (in piazza Campello); sabato dalle 12.00 alle 14.30.
condividi su