Cari amici: è bello ritrovarci qui a sostenere con la preghiera colei che si prepara a partire, con tanto entusiasmo, come missionaria di speranza per il Mozambico, la nostra Marina.
Ella sarà accolta nella diocesi di Nacala, e più precisamente nella parrocchia di Mirrote, dove già vivono due nostri sacerdoti, don Filippo Macchi e don Angelo Innocenti e svolgono insieme il loro ministero missionario.
La salutiamo con gioia: si tratta di una vergine consacrata della nostra Chiesa, originaria di questa parrocchia di s. Bartolomeo. In questi anni si è impegnata, oltre che nell’insegnamento della religione a scuola, anche come presenza di animazione pastorale proprio qui.
Nello stesso tempo, questa sera è l’occasione opportuna per prendere coscienza della nostra comune vocazione di battezzati, quindi di persone che ravvivano la loro identità missionaria, a tal punto da divenire, sulle orme del Signore, “messaggeri di speranza per tutti”.
Mi piace ricordare che appuntamenti come quello di questa sera sono stati organizzati in altri 15 vicariati della nostra diocesi, tra il 16 e il 26 ottobre. È questo un segno positivo e consolante. Sono in molti che sentono l’attrazione a diventare segno di una nuova umanità, e proprio perché discepoli del Signore, si sentono chiamati per primi a formarsi, per diventare “artigiani” di speranza e restauratori di una umanità spesso distratta e infelice.
È il momento questo per ricordare i nostri preti fidei donum in Mozambico e in Perù, nella diocesi di Caraballio, dove opera don Roberto Seregni. Nello stesso tempo, non dimentichiamo che nel mondo intero sono distribuiti altri nostri fratelli e sorelle della nostra Chiesa, membri di diversi istituti religiosi missionari. Siamo lieti, inoltre, che in diocesi sono presenti a Rebbio i Comboniani e a Tavernerio i Saveriani. Li ringrazio per la loro opera e il loro impegno: sono un esempio perché anche noi ci assumiamo l’impegno missionario.
A che cosa serve l’impegno missionario? Risposta: per far conoscere l’amore di Dio in Cristo e questo attraverso la presenza di ciascun battezzato nell’ambiente in cui opera e lì essere un segno eloquente di una vita diversa, immagine della nuova umanità, come Dio la desidera.
Sappiamo bene che il problema di oggi consiste in una grande crisi dell’umano. Si tratta di un diffuso smarrimento, di una forte condizione solitudine, mentre gli anziani si sentono abbandonati e lasciati loro stessi. Sta venendo meno la prossimità. Siamo tutti interconnessi, ma non siamo capaci di creare una vera relazione con gli altri, e molti sono centrati su loro stessi e incapaci di altruismo.
Come cristiani, chiamati ad essere sale della terra e luce del mondo, siamo inviati a trasmettere l’amore del cuore compassionevole del Signore. Nel cuore umano e divino di Gesù, Dio vuole parlare al cuore di ogni persona. Lo fa anche attraverso di noi: è una missione che il Signore ci affida. Tocca a noi trasmettere con semplicità la speranza ricevuta da Dio.
Questa è la missione che Dio ci affida e alla quale ci invia: essere segno del cuore di Cristo e dell’amore del Padre, tenendo accesa la scintilla della speranza, abbracciando il mondo intero.
Permettete che mi rivolga ora direttamente a Marina. Tu sai bene che la missione è una questione d’amore. In virtù della tua vocazione di vergine consacrata, irradia, da vera innamorata, l’amore del cuore di Cristo, così che quanti incontrerai possano percepire la bellezza e la bontà dell’amato Signore, attraverso il tuo entusiasmo e il tuo zelo apostolico.
Oscar card. Cantoni