Il Cardinale Oscar e il CONCLAVE

Una riflessione a margine del Conclave

Pubblichiamo il testo che il Vescovo ha condiviso negli incontri con i sacerdoti del 26 maggio a Morbegno e del 27 maggio in Seminario a Como.

Mi sembra doveroso, ma anche entusiasmante, offrirvi alcune semplici riflessioni intorno agli eventi vissuti tra i funerali di papa Francesco il 26 aprile, ai preparativi per il Conclave (10 incontri con i cardinali nella sala del Sinodo), il Conclave, il 7 e 8 maggio, a cui ho avuto l’onore e l’onere di partecipare e infine l’inizio ufficiale del ministero petrino di papa Leone XIV, domenica 18 maggio.

Sono momenti già entrati ormai nella storia della Chiesa e per me un segno indelebile e irripetibile.

Definisco così questo periodo: una ventata leggera, ma potente di Spirito Santo, che ci ha riempito di gioia e di freschezza, allargato il cuore e dilatato gli orizzonti. Una gioia consolante che vorrei trasfondervi con questa mia comunicazione, senza tuttavia violare il giuramento fatto di mantenere il riservo.

Allarghiamo lo spazio della nostra tenda e godiamo per la fantasia dello Spirito, che ci sorprende sempre e ci dà la certezza che Egli guida e conduce la Chiesa, perché sia una luce che illumina il mondo, sconvolto dalla ferocia della guerra, della fame e dalle tante espressioni di disumanità che ancora persistono.

Ho avuto l’impressione che il nostro popolo abbia partecipato con particolare interesse ai vari momenti legati al Conclave, dal momento che le persone si sono sentite coinvolte, più che in altri Conclavi precedenti, vista la partecipazione del loro vescovo, ed è stato un motivo di grande unità e di intensa preghiera. L’ho percepita intensamente e ne ho sentito i benefici effetti. Ringrazio di cuore anche voi per la vicinanza di preghiera con la quale mi avete accompagnato.

Ho sperimentato di persona, con mio grande stupore e meraviglia, l’agire dello Spirito santo, che in questi giorni di grazia ha arricchito la Chiesa per renderla un faro di speranza per il Mondo. Vorrei che questa comunicazione ci aiutasse a gioire dell’opera di Dio e a sentirci inseriti anche noi nel suo grande disegno, che include, ma va anche oltre il nostro piccolo mondo.

Testimonio la grande e profonda comunione tra i membri del Collegio cardinalizio che si è a poco a poco instaurata. Non ci conoscevamo tra di noi, se non con pochi. Per molti, come me, poi, era la prima volta che vivevano questa ricca esperienza sinodale.

In verità non abbiamo sperimentato alcuna pressione esterna o interna in favore di qualche candidato. Mentre la stampa si è sbizzarrita con tanti pronostici, che alla fine si sono rivelati inconsistenti.

Tutti i padri cardinali hanno espresso unicamente il desiderio sincero di cercare e interpretare la sola volontà di Dio e di riconoscere Colui che il Signore aveva già scelto. Come ha poi commentato anche papa Leone: “Accompagnati dalla vostra preghiera, abbiamo avvertito l’opera dello Spirito santo, che ha saputo accordare i diversi strumenti musicali, facendo vibrare le corde del nostro cuore in un’unica melodia!” (18 maggio 25).

Ringraziamo il Signore che ci ha donato un nuovo Pastore che non farà altro che proseguire e approfondire le aperture di papa Francesco. Certo con un suo stile caratteristico, perché non si tratta di una fotocopia!

Tutti si sono sorpresi per la rapidità con cui papa Leone è stato eletto. Con motivazioni diverse, la maggioranza ha votato il card. Prevost, che io ho conosciuto abbastanza bene in questi ultimi tre anni, nei nostri periodici incontri della Plenaria del dicastero dei vescovi. Un uomo mite, ispirato dal Signore, umile, dialogante, ma anche determinato.

 

Permettetemi una considerazione: essendosi sfaldata la società cristiana, il mondo, anche se non considera la Chiesa, desidera tuttavia conoscere i suoi orientamenti, è interessato alle scelte che propone, e segretamente, anche se non lo ammette apertamente, è ammirata per l’altezza delle sue proposte e per l’unità di intenti che in questi giorni ha saputo manifestare. Vale la pena di risentire una intervista dell’on. Bertinotti, in cui afferma: “Mi ha colpito la potenza della Chiesa, quale anticorpo rispetto alla decadenza della società e della politica!”.

Concludo con una frase del Papa nella celebrazione eucaristica per l’inizio del ministero petrino: “Con la luce e la forza dello Spirito Santo, costruiamo una Chiesa fondata sull’amore di Dio e segno di unità, una Chiesa missionaria, che apre le braccia al mondo, che annuncia la Parola, che si lascia inquietare dalla storia e che diventa lievito di concordia per l’umanità”.

Oscar card. Cantoni

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