In Seminario il 20 aprile 2024

Laici con uno sguardo missionario sulla nostra Chiesa

L'intervento del Vescovo al Consiglio pastorale diocesano

Al nuovo consiglio pastorale diocesano

Cari amici, un saluto cordiale e affettuoso a tutte e a tutti voi. E insieme un sincero ringraziamento per aver accettato di entrare a far parte di questa assemblea, in rappresentanza soprattutto dei laici e delle laiche della nostra amata Chiesa di Como. È questa una modalità concreta, storica, per vivere la sinodalità della Chiesa, come stiamo insistendo con la visita pastorale, in attuazione del nostro Sinodo diocesano.

La lista dei membri del Consiglio non è ancora completa e perciò altre persone si aggiungeranno in un futuro non lontano, provenienti dai Vicariati che ancora non si sono pronunciati sul loro rappresentante, ma intanto incominciamo noi: con entusiasmo, con grande generosità, sostenuti dalla grazia dello Spirito Santo, che è creatore di unità, di discernimento e di libertà nello spirito.

Sono molto confortato nel poter contare, per la crescita del cammino diocesano, di due entità distinte e insieme connesse: il “consiglio presbiterale” e il “consiglio pastorale”. Di ciascuno ho stima e fiducia e naturalmente è d’obbligo tenere in giusta considerazione i loro consigli e i loro suggerimenti. Anche le stimolazioni e le critiche.

Dal consiglio presbiterale mi attendo proposte che nascono dalla vita concreta del presbiterio e dei presbiteri e diaconi, nei diversi vicariati della diocesi e dalle parrocchie. Dal consiglio presbiterale vengono descritte le realtà soprattutto “ad intra” della Chiesa, ossia i problemi interni alle parrocchie, ai vicariati, alle diverse strutture associative, in vista della evangelizzazione.

Dal consiglio pastorale diocesano, invece, mi aspetto soprattutto uno sguardo missionario sulla nostra Chiesa nella realtà quotidiana, con le situazioni, i problemi, le necessità molto ordinarie del territorio: voi mi raffigurate al vivo la Chiesa “ad extra”, che si proietta e si innesta, cioè, anche fuori delle parrocchie, nell’ambiente plurale in cui la gente vive, abitato anche da chi non è vicino alla realtà ecclesiale, non è interessato o addirittura è avverso.  Oggi la Chiesa non può e non deve isolarsi dalla società, né creare ghetti, né costruirsi al di sopra delle preoccupazioni quotidiane dei nostri contemporanei.

Voi siete persone “con i piedi per terra”, perciò saprete leggere e interpretare i gemiti dello Spirito e intravvedere verso dove lo Spirito Santo oggi ci conduce per una Chiesa che ha da dire qualcosa al nostro tempo, è cioè ancora significativa, giustamente critica.

Vorrei vedervi impegnati per una Chiesa che sa leggere i segni dei tempi e interpretare gli eventi della nostra vita. Desideriamo tutti, perciò, una Chiesa che non sia autoreferenziale, che non viva solo di ricordi del bel tempo della cristianità, quando tutti erano cristiani e la Chiesa sapeva di contare all’interno della società. Oggi la Chiesa ha il compito di proporsi in umiltà, ma con spirito profetico, dentro la società, nella cultura di oggi. Essa ha bisogno delle consolazioni di Dio tanto quanto la nostra società ne è lontana e priva. Vogliamo come Chiesa nello stesso tempo proporci alla società in cui viviamo con uno sguardo benevolo, accogliente, che sa cogliere non solo i segni negativi, ma anche valorizzare tutti quei “semi positivi” (semina Verbi) di cui essa dispone.

Vogliamo aiutarci a preparare le nostre comunità cristiane ad essere capaci di offrire risposte competenti, convincenti e comprensibili alle domande fondamentali che tanti cercatori di Dio si pongono anche oggi, così che possano trovare nelle nostre strutture la propria casa spirituale permanente.

Oggi il Signore Gesù bussa dall’interno delle nostre chiese e vuole uscirne, per raggiungere soprattutto i poveri, i feriti del nostro tempo e noi con Lui. Occorre disporci per dare forma alla nostra Chiesa che possa rispondere agli attuali bisogni della fede e nello stesso tempo agli odierni segni dei tempi. Lavoriamo perciò insieme per una Chiesa che diventi scuola di sapienza evangelica, come un ospedale da campo, come luogo di incontro e di dialogo, per il servizio di accompagnamento spirituale e di riconciliazione di quanti cercano Dio.

Vi ringrazio fina da ora per la collaborazione, anche critica, che saprete offrire attraverso questo organismo che oggi iniziamo con l’aiuto di Dio, così da vivere una bella esperienza di fraternità e di sincera amicizia, premesse indispensabili per un lavoro proficuo e fecondo.

Oscar card. Cantoni

Como, Seminario, 20 aprile 2024

 

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