L’omelia del cardinale Cantoni e il saluto del direttore Caritas Rossano Breda nella Messa giubilare in Duomo

Comunicato 107/16 novembre 2025

Messa giubilare e Settimana Giubilare della Caritas diocesana di Como

Domenica 16 novembre, alle ore 10.00, in Duomo a Como, il Vescovo, cardinale Oscar Cantoni, ha presieduto la Santa Messa giubilare alla quale erano presenti operatori, volontari e ospiti di tutti i gruppi e servizi Caritas della diocesi di Como. Fra i concelebranti, don Alberto Fasola, assistente spirituale della Caritas diocesana. La celebrazione si è tenuta nella Giornata Mondiale dei Poveri e, per la Caritas diocesana, segna l’inizio della “Settimana Giubilare”. Dal 17 al 23 novembre si aprono, infatti, le porte delle Opere Segno Caritas a Como, Sondrio e Morbegno (So), offrendo l’opportunità di conoscere da vicino i luoghi e le persone che ogni giorno si impegnano nel servizio ai più fragili. In molti di questi luoghi saranno gli ospiti ad affiancare volontari e operatori nel racconto delle diverse realtà, così proporre una narrazione non “degli” ultimi ma “con” gli ultimi, vero antidoto all’esclusione e alla “cultura dello scarto” più volte evocata da Papa Francesco e ripresa da papa Leone nell’Esortazione Apostolica Dilexit te. Un’occasione non solo per conoscere le opere della Caritas, ma per toccare con mano la realtà della fragilità e scoprire in essa la speranza che si nasconde nelle pieghe delle nostre città.

Un passaggio dall’omelia del Vescovo Oscar

«Ricordo con commozione e vivo stupore una confidenza intima che don Roberto Malgesini mi aveva riservato, ossia il suo sguardo pieno di stupore e di commozione alla scoperta di questa realtà (i poveri sono la carne di Cristo), che dava ragione al suo impegno di vicinanza affettuosa e concreta nei confronti dei senza dimora, delle singole persone che vivono in strada, di cui conosceva perfettamente il nome e la loro provenienza, poveri che egli quotidianamente incontrava nelle vie della nostra Città, offrendo loro, con garbo signorile, la colazione. Il nostro impegno a servizio dei poveri non può essere considerato una sola opera di filantropia, sia pure meritoria. Il prenderci cura dei poveri è una azione ecclesiale attraverso la quale noi tocchiamo la carne di Cristo. In loro Dio si rende presente, fragile e concreto.  Ogni volta che serviamo i poveri, che oggi si manifestano dentro tante forme di povertà, (compresa la povertà morale, spirituale e culturale) noi dobbiamo imparare a riconoscere in essi i tesori più preziosi attraverso i quali Gesù ama mostrarsi. Non sono i poveri ad aver bisogno della Chiesa, è la Chiesa ad aver bisogno dei poveri. La povertà diventa profezia. Ci libera dalla tirannia dell’avere. Smaschera la cupidigia del possesso. L’essere umano non è fatto per l’accumulazione, ma per il dono. Nel volto dell’altro, ferito e consumato, noi riconosciamo il volto di Cristo vivente.

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