Giornata Missionaria: trasmettere la fede per contagio dell’amore

All’amore non è possibile porre limiti, e tale espansione genera l’incontro, la testimonianza, l’annuncio: così Papa Francesco nel Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale che ricorre oggi, rivolto ai giovani; parole riprese nel tweet che il Pontefice ha lanciato questa mattina.

La vita è una missione

Parole, quelle del Papa, rivolte ai giovani, in vista proprio del Sinodo a loro dedicato e in corso in Vaticano, per invitarli a “riflettere sulla missione che Gesù ci ha affidato” e a “comprendere meglio, alla luce della fede, ciò che il Signore Gesù vuole dire a voi giovani e, attraverso di voi, alle comunità cristiane”.  Ogni uomo e donna è una missione, e questa è la ragione per cui si trova a vivere sulla terra. Essere attratti ed essere inviati sono i due movimenti che il nostro cuore, soprattutto quando è giovane in età, sente come forze interiori dell’amore che promettono futuro e spingono in avanti la nostra esistenza. Nessuno come i giovani sente quanto la vita irrompa e attragga.

Questo il cuore del Messaggio in cui il Papa torna alla sua famiglia e al periodo della giovinezza, al “luci e ombre dell’essere giovani”, ricordando in particolare “l’intensità della speranza per un futuro migliore”. “Grazie alla fede”, confessa loro, “ho trovato il fondamento dei miei sogni e la forza di realizzarli. Ho visto molte sofferenze, molte povertà sfigurare i volti di tanti fratelli e sorelle. Eppure, per chi sta con Gesù, il male è provocazione ad amare sempre di più” da qui il suo appello ad ” infiammarsi” dell’amore di Cristo, come santi e martiri che ci hanno preceduto:

Cari giovani, non abbiate paura di Cristo e della sua Chiesa! In essi si trova il tesoro che riempie di gioia la vita. Ve lo dico per esperienza.

L’amore non conosce limiti e genera l’annuncio

E ai giovani il Papa indica anche i confini e gli obiettivi della missione da raggiungere “per il contagio dell’amore” e con  “un flusso di generazioni di testimoni”. “All’amore non è possibile porre limiti” e tale espansione genera “l’incontro, la testimonianza, l’annuncio”. Genera anche “la condivisione della carità con tutti coloro che, lontani dalla fede, si dimostrano ad essa indifferenti, a volte avversi e contrari”. Ambienti umani, culturali e religiosi ancora estranei al Vangelo di Gesù – osserva Francesco – sono “le estreme periferie”, “gli estremi confini della terra verso cui, fin dalla Pasqua di Gesù, i suoi discepoli missionari sono inviati”. “La periferia più desolata dell’umanità bisognosa di Cristo – scrive ancora – è l’indifferenza verso la fede o addirittura l’odio contro la pienezza divina della vita”.

Gli estremi confini della terra, cari giovani, sono per voi oggi molto relativi e sempre facilmente “navigabili”. Il mondo digitale, le reti sociali che ci pervadono e attraversano, stemperano confini, cancellano margini e distanze, riducono le differenze. Sembra tutto a portata di mano, tutto così vicino ed immediato. Eppure senza il dono coinvolgente delle nostre vite, potremo avere miriadi di contatti ma non saremo mai immersi in una vera comunione di vita. La missione fino agli estremi confini della terra esige il dono di sé stessi nella vocazione donataci da Colui che ci ha posti su questa terra (cfr Lc 9,23-25). Oserei dire che, per un giovane che vuole seguire Cristo, l’essenziale è la ricerca e l’adesione alla propria vocazione.

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