Immersi nelle luci ma alla ricerca di una cultura della Misericordia

Sono ammirato e insieme stupìto dalla forte attrazione delle persone allo splendore della luce, diffusa in questi giorni nella nostra città mediante una fantasmagoria di colori. La gente ne rimane affascinata e come sedotta! La città si riempie di persone, soprattutto nei giorni festivi: si riversano sulle piazze e lungo le vie quasi da schiacciarsi. Mi domando: cosa cercano tutti questi miei fratelli e sorelle in umanità? Si tratta ancora una volta di un espediente per nuovi clienti da sacrificare al dio denaro, uno “specchio per le allodole”, finalizzato solamente a nuovi e più alti guadagni? Può essere, tuttavia credo che ci sia qualcosa in più, nell’intimo di ciascuno e nel desiderio comune: il bisogno di un’alternativa al monotono quotidiano, a una vita sciatta e senza orizzonti di senso.
Mi pare di intendere che le luci che risplendono nel buio della sera appagano i visitatori che, sebbene inconsapevolmente, sono alla ricerca di pienezza, vorrebbero scoprire le sorgenti che danno gioia alla vita, anelano a uno stile differente da uno schema contraddistinto da urgenze, scadenze, impegni e fatiche. È sete di relazioni pacifiche tra le persone, seppur dentro un clima di tanta aggressività, di vera rabbia, diffusa e moltiplicata dai mass media. Non vi pare che emerga prepotente un sincero desiderio di condividere una festa che va al di là delle solite usanze, ma che esprime il desiderio di approdare a un mistero che va oltre il quotidiano?
La festa è insita nel cuore di ogni uomo ed è un bisogno irresistibile, che ci invia a un “più oltre”. A volte mi domando se la gente, che pure cerca la luce di Natale come espressione di una forte aspirazione alla gioia condivisa, è a conoscenza di Chi sia il Festeggiato. La sua identità sembra essersi smarrita, sottaciuta dai più, talmente data per scontata che si è persa per via!
Come cristiano e come pastore non posso tacere, e con tutta semplicità, ma con gioiosa certezza, accolgo e annuncio l’avvento di Dio nella carne umana, il Signore Gesù, vera gioia che, sola, appaga il cuore di ogni uomo.
È stupefacente che Egli venga tra noi, si mescoli dentro la nostra storia e diventi, senza far rumore, principio di irradiazione di una vita nuova, che trasforma l’esistenza personale, che avvia di nuovo un mondo più solidale, che fa della fraternità la legge del vivere insieme, senza prevenzioni né arroganza.
I valori civili, che un tempo hanno tenuto uniforme la nostra società, sono fortemente in crisi perché offuscati da nuovi stili di vita. La crisi si fa evidente quando viene meno sotto gli occhi di tutti la solidarietà, il rispetto della dignità di ogni persona, la tolleranza. Eppure sono molti coloro che avvertono fortemente un desiderio di un movimento alternativo, che susciti una nuova  umanizzazione del nostro tessuto sociale e promuova una cultura alternativa, cioè quella della Misericordia.
In questo contesto, i cristiani, consapevoli di essere divenuti una minoranza, sebbene “creativa”, possono testimoniare che il Vangelo è una forza che ispira un nuovo rispetto per l’umano e assumere una nuova responsabilità verso di esso.
È il contributo che i discepoli di Colui, venuto tra noi a condividere la nostra fatica, possono offrire ad una società che ha estremo bisogno di rigenerarsi.

Mons. Oscar Cantoni – Vescovo di Como per “Diogene”, inserto del quotidiano “La Provincia” (18/12/2018)

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