SS. Madre di Dio

All’inizio di un nuovo anno, accogliamo innanzitutto da Dio Padre la sua benedizione: Egli ci precede sempre nell’amore e ci viene incontro con la larghezza della sua grazia. Nell’ascolto della prima lettura, abbiamo udito l’augurio: “Ti benedica il Signore e ti custodisca”. La parola di Dio, a differenza della nostre parole, così volubili, realizza ciò che dice, mantiene sempre ciò che promette. L’augurio: “Ti benedica il Signore e ti custodisca” non esprime, quindi, solo un pio desiderio, ma dà luogo a una nuova creazione, i cui effetti si propagano di giorno in giorno e ci accompagneranno lungo il corso del nuovo anno. Perciò ci sentiamo consolati, perché tutti avvolti dalla grazia del Signore, ossia dalla certezza del suo amore provvidente, che guida i nostri passi sulla via della pace, a partire, da questa giornata mondiale della pace, che tradizionalmente si celebra il primo gennaio. La pace è il bene  che tutti auspichiamo: una aspirazione profonda di tutte le persone e i popoli. Pace, allora, per noi stessi, per le nostre famiglie, per le comunità, cristiane e civili, pace per tutti i membri della famiglia umana.

Pace per migranti e rifugiati, che fuggono dalla guerra e dalla fame o che sono costretti a lasciare le loro terre a causa di discriminazioni, persecuzioni, povertà  e degrado ambientale. Facendo parte di una sola famiglia, in quanto figli e figlie di Dio, anch’ essi hanno diritto di sperimentare la pace. Essa è sì dono di Dio, ma è anche frutto delle nostre mani, come ci ricorda Papa Francesco nel suo messaggio per la giornata di oggi, che ha per titolo: “Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace”.

Nella seconda lettura, l’apostolo Paolo ci offre un annuncio che qualifica il nuovo testamento e specifica l’originalità della vita cristiana. Attraverso il Figlio di Dio, vero uomo e vero Dio, nato dalla vergine Maria,  abbiamo la gioia di poterci rivolgere a Dio con confidenza di figli, animati dalla presenza in noi dello Spirito santo. Essere considerati tutti figli di Dio è la condizione onorevole e prestigiosa, frutto della redenzione, operata da Gesù Cristo. Non siamo solo creature di Dio, ma figli! Da qui il nostro compito di servire la vita di tutti, ogni vita, da quella nascente a quella anziana, sofferente e malata, a quella scomoda e persino ripugnante, dal momento che Dio stesso si prende cura di ognuno di noi singolarmente, come se fossimo i soli al mondo; cura tutti, come se fossimo unici. Le conseguenze che ne derivano, determinano  i nostri rapporti interpersonali. Proprio perché figli di Dio, per noi non esiste più la parola “straniero”! Se agissimo a partire da questa convinzione cambierebbero molti modi di interpretare i fatti e di andare incontro alle persone!

Il Vangelo di oggi ci aiuta, poi, a ravvivare il clima natalizio di questi giorni, dentro il quale è più facile intravvedere la presenza e la funzione materna di Maria. Assieme a Giuseppe, Maria custodiva e meditava nel suo cuore ciò che del Bambino era stato detto. Maria è consapevole che un bambino viene al mondo mediante la madre non solo fisiologicamente, ma attraverso una speciale cura che la madre assume nei confronti del figlio. Proprio attraverso la madre, il bambino viene introdotto nel linguaggio e nella storia, nel sistema di valori e nei costumi di una società e dunque in una consapevolezza concreta di sé e del mondo. “Il contributo umano, materno e paterno, offerto da Maria e da Giuseppe a Gesù non può essere assolutamente sottovalutato”. E il compito materno che Maria si è assunta nei confronti di Cristo, suo Figlio,  è stato interamente determinato dalla fede in Dio.

La maternità di Maria si estende ora a tutti i discepoli, ricevuti in dono da Gesù morente sulla croce. Madre nella fede, Maria ci assiste nell’ordine della grazia: ci aiuta a coltivare una profonda relazione di fede in Dio, in piena confidenza di figli, obbedienti alla volontà del Padre. Maria ci aiuta e ci soccorre perché possiamo assumere in noi i sentimenti di Cristo, suo Figlio, che abbiamo ricevuto in dono nel Battesimo, ma che dobbiamo sviluppare nel corso della nostra vita terrena. Ci precede e ci sorregge inoltre nel cammino della fede perché siamo sempre in grado di riconoscere la fedeltà di Dio dentro ogni situazione, lieta o triste, della nostra storia personale e comunitaria. La Madre di Dio ci aiuti a fare della nostra vita una risposta d’amore a Dio nel dono di noi stessi, a imitazione della risposta di fede con cui Ella stessa ha vissuto la sua intera vita terrena.

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