200 anni della presenza del monastero della Visitazione a Como

Riviviamo brevemente la scena descritta nel Vangelo appena proclamato. “La sera di quel giorno, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli, per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo a loro e disse” pace a voi“. Si tratta della prima apparizione del Risorto ai suoi discepoli, secondo il Vangelo di S. Giovanni.

A differenza del  clima che  Gesù risorto ha sperimentato nel corso della sua inattesa irruzione nel cenacolo, raggiungendo i suoi apostoli, impauriti e perplessi per lo scandalo della passione, le porte del monastero della Visitazione, seppur chiuse, nel segno della più stretta clausura papale, da 200 anni, sembrano spalancarsi improvvisamente ogni qual volta il Signore Gesù, che in questo luogo è “di casa”, viene incontro alle sorelle, per nulla impaurite, anzi gioiosamente raccolte in preghiera, in attesa della sua venuta.

A tutte e a ciascuno, come con i primi discepoli, il Signore infonde la pace, frutto della sua morte e risurrezione, pienezza dei doni messianici, e mostra le sue piaghe, segno permanente del suo amore per l’umanità di ogni tempo e luogo.

E se i primi discepoli “gioirono al vedere il Signore“, grande è pure la gioia visibile sul volto di queste nostre sorelle, quale dimensione permanente, una gioia contagiosa, che esse sanno trasmettere con molta semplicità come frutto di aver sperimentato un intimo, personale e insieme comunitario incontro con il Signore Gesù.

La gioia, già da sola, è un formidabile strumento immediato di evangelizzazione, per cui non ci sarebbe bisogno di altro, da parte di queste nostre sorelle, per annunciare a chi le incontra quanto benefica sia la visita dell’amato Sposo e a Signore. È Lui che le ha chiamate nel deserto della clausura per vivere una speciale intimità, guidate dalla ricca esperienza di fede e dalla sapienza amorosa del loro padre fondatore, S. Francesco di Sales e della loro prima madre, S. Giovanna Francesca de Chantal.

Chiamate dal Signore a vivere questo particolare stato di grazia, in una vita condivisa, in semplicità e letizia, tra sorelle, esse sono come una fornace ardente, che trasforma l’energia nel benefico calore dell’amore, così che tutti, a partire dai comaschi, ne possono beneficiare, anche inconsapevolmente.

Questo è il gioco di Dio: che tutti siamo strumento di salvezza gli uni per gli altri, senza però mai sapere a chi e dove giova immediatamente il nostro amore.

È così, in modo particolare, per queste nostre sorelle, succedutesi, le une dopo le altre, in questi duecento anni di permanenza a Como.

Esse hanno distribuito gratuitamente, con larghezza, il frutto della loro preghiera, dei loro sacrifici e della loro offerta, perché noi comaschi per primi ne fossimo i destinatari, ossia avessimo la vita nel nome di Gesù, l’amato Sposo.

Il monastero della Visitazione, anche se ha poca visibilità in città, è tuttavia conosciuto ed amato come un luogo di intercessione e di consolazione, mediante la preghiera e insieme l’ascolto.

Sono numerose le persone che, in modo discreto e quasi furtivo, bussano alla porta del convento per casi difficili e urgenti, per cui è necessaria una intensa e corale preghiera, così come sono frequenti i colloqui attraverso i quali molta gente affida a queste umili suore casi pietosi, umanamente insolvibili, per i quali chiedono saggi consigli e soprattutto invocano consolazione e misericordia.

La nostra Chiesa oggi loda  e ringrazia il Signore per questo straordinario dono che sussiste da duecento anni tra noi, vera fucina di santità per tante religiose che qui hanno sperimentato davvero cosa significhi essere amate  da Dio e vera risorsa spirituale per tutti noi, sorretti e trasformati dalle preghiere di queste nostre sorelle, che vivono in questo ambiente raccolto, tutto impregnato di preghiera, di amore e di sacrificio.

Un sicuro baluardo anche per i tempi che verranno, che protegge la Città e i suoi abitanti, le parrocchie e le diverse forme associative, che adotta gli adulti che ricevono i sacramenti della iniziazione, che costantemente prega per tutti, a partire dai seminaristi, i diversi sacerdoti, le consacrate e il vescovo.

Ho avuto la grazia di  conoscere a fondo la vita di questo monastero e lo posso serenamente additare come una “piccola perla” preziosa dentro lo scrigno della nostra amata Chiesa comense.

Così il  Signore continua ad essere glorificato attraverso i piccoli e i poveri che si affidano a Lui e che non cessano di cantare la gloria del suo nome.

 

 

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