Funerale don Virginio Tagliabue

Le porte della vita eterna si vanno dischiudendo per l’anima del nostro caro don Virginio mediante la preghiera di intercessione di tutta la nostra Chiesa: Chiediamo al Padre del Signore nostro Gesù Cristo che egli sia introdotto a godere in pienezza il premio promesso, essendo egli stato un discepolo fedele e un pastore di grande cuore. Pensando al ministero svolto da don Virginio con tanta generosità e con ammirevole umiltà, lungo i suoi 58 anni di ministero sacerdotale, mi pare che egli abbia ben manifestato al vivo la persona divina e umana di Gesù, soprattutto i suoi sentimenti, quelli che hanno orientato tutto il suo agire nella vita terrena. Questo è, infatti, il compito di ogni discepolo: essere un riflesso di Gesù, una immagine viva e trasparente della sua presenza tra gli uomini di oggi.

L’inno dalla lettera ai Filippesi, che abbiamo appena ascoltato nella prima lettura, ci ha presentato in sintesi le varie tappe del mistero di Cristo: la sua preesistenza divina, l’abbassamento della incarnazione, il suo ulteriore abbassamento con la morte in croce, quindi la sua glorificazione, mediante la quale è riconosciuto Signore dell’universo. Fattosi uomo, Cristo Gesù non rivendicò la gloria e l’onore che gli spettava di diritto, essendo Dio, ma se ne privò liberamente, preferendo vivere da sottomesso, in piena obbedienza alla volontà del Padre, condividendo le debolezze e le fragilità di tutti gli uomini, eccetto il peccato. Gesù Cristo ha vissuto tutto il suo ministero come la realizzazione storica del Servo di Iahwè, già annunciato dai profeti, non solo, ma lavando i piedi ai suoi discepoli, ha insegnato a farsi a loro volta servitori del Padre e degli uomini.

Nella pagina evangelica appena proclamata, Gesù ammonisce i suoi discepoli, in tutti i tempi della storia della Chiesa, perché siano servi umili e lieti. Essi saranno riconosciuti simili a lui quanto più avranno offerto una disponibilità piena al dono di sé, quindi in un disinteressato servizio, aperti alle gioie e ai dolori dei fratelli, pronti a cogliere “l’odore delle pecore”, come direbbe papa Francesco, ma anche “l’odore di Dio”, per poterlo trasmettere fedelmente ai membri del suo popolo, che ha fame di verità, di amore e di pace. Un mandato quanto mai urgente, dal momento che l’uomo di oggi sembra aver rinunciato ai valori spirituali, perdendo il senso della trascendenza, che lo contraddistingue dalle altre creature di Dio.

Don Virginio ha seguito con docilità le parole del nostro Maestro divino nel corso del suo ministero, infondendo sapienza evangelica e carità apostolica. Lo ringrazio per il suo zelo apostolico, manifestato nelle diverse parrocchie, che egli ha fedelmente servito e custodito.

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