Celebrazione Eucaristica e “Te Deum”

Celebrazione Eucaristica e Canto dell’inno “Te Deum” – omelia
31 dicembre 2022

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 Cari fratelli e sorelle, amati dal Signore:

  1. Il santo transito del papa emerito Benedetto XVI

Il nostro bilancio annuale, ossia il comune rendimento di grazie, incomincia senz’altro dalla fine, da questo ultimo giorno. Ossia dalla chiamata alla pienezza della vita del nostro papa emerito Benedetto XVI, che questa mattina ci ha lasciati per l’incontro definitivo con il suo Signore.

È giunto per Lui il giorno tanto atteso e desiderato per poter contemplare finalmente il suo Volto, dopo avere aiutato il popolo di Dio a mantenersi fedele a Cristo, da Lui teneramente amato e seguito, e dopo aver guidato sapientemente la Chiesa nel vivere la propria vocazione e missione a servizio dell’umanità, affrontando anche le numerose sfide del mondo odierno.

Papa Benedetto ci ha insegnato con la sua dotta dottrina la verità di Dio. Ha proclamato a tutti, con una limpida e impareggiabile maestria, da autentico sapiente, le cose di Dio, qualificandosi altresì come profondo conoscitore dell’uomo secondo i criteri evangelici.

Ritiratosi nel monastero Mater Ecclesiae in Vaticano, dopo la coraggiosa e profetica scelta delle dimissioni dalle responsabilità pontificie, concludendo il suo ministero petrino di otto anni, Benedetto XVI ha accompagnato silenziosamente, ma anche amorevolmente la Chiesa in questi ultimi dieci anni con uno sguardo orante, ossia con una lucida comprensione dei doni di grazia di cui il Signore l’ha riempito, ma anche delle numerose problematiche e fatiche che nella  Chiesa, all’interno e al suo esterno, si sono succedute in questo periodo.

Riconosciamo in papa Benedetto un autentico Padre della Chiesa, tanto ha inciso con il suo profondo insegnamento, ma anche mediante un appassionato amore per Lei, nonostante le sofferenze interiori che Egli ha sperimentato, fino alla fine.

Ho incontrato con gli altri nuovi Cardinali papa Benedetto al termine del Concistoro, lo scorso 27 agosto. L’ho visto aggravato dal peso degli anni, ma con uno sguardo amorevole e appassionato, sereno e lucido, teso a conoscere i luoghi del nostro servizio pastorale, nelle nostre Chiese locali, come un padre che sostiene e incoraggia i suoi figli perché proseguano con fedeltà nelle vie da Lui tracciate.

Lodiamo il Signore perché ci ha donato in papa Benedetto un grande testimone che continuerà a proiettare anche sulla Chiesa del futuro la sua luce profetica, frutto del suo luminoso insegnamento.

  1. Un anno di perdurante pandemia e la guerra in Ucraina

 Il nostro ricordo orante si estende ora alla situazione vissuta nel corso dell’anno a causa del perdurare della pandemia e della guerra in Ucraina.

Quest’anno si è mantenuta, anche se in forme meno drammatiche dell’anno precedente, la triste esperienza del covid 19, che ha destabilizzato la nostra vita ordinaria e ha generato tanta sofferenza e morte. Si sono constatate ancora tante fragilità, e la solitudine è emersa sempre più diffusa, ma nello stesso tempo abbiamo compreso che nessuno può salvarsi da solo, che tutti abbiamo bisogno gli uni degli altri.

Rimane da chiederci che cosa globalmente abbiamo imparato da questa situazione. Papa Francesco ci ha ripetuto più volte che dai momenti di crisi non si esce mai eguali: se ne esce o migliori o peggiori.

Riconosciamo tuttavia come all’interno di questo drammatico periodo del covid si sono sviluppati tanti gesti di generosità e di solidarietà, perfino eroici, per le tante persone che si sono spese per superare l’emergenza, anche a prezzo della vita.

Oltre la notte del covid, abbiamo sperimentato nel corso di quest’anno un’altra terribile sciagura, una guerra spietata, inimmaginabile in Europa. La guerra in Ucraina continua a mietere vittime innocenti. La guerra è sempre una sconfitta dell’umanità e ancora non si intravvedono prospettive di pace.

Utilizziamo questi eventi dolorosi per lasciarci cambiare il cuore da Dio e per impegnarci tutti insieme per la guarigione della nostra società e del nostro pianeta.

Scossi e coinvolti in questo dramma umano, abbiamo accolto, in diverse parti del nostro territorio, molte famiglie provenienti dall’Ucraina e organizzato raccolte di solidarietà, manifestando così di essere artigiani di pace. Un piccolo, ma significativo contributo per pensarci alla luce del bene comune. 

  1. Un anno di particolari novità nella nostra Chiesa locale

 A) La canonizzazione di mons. Scalabrini e la beatificazione di padre Ambrosoli

A livello ecclesiale, poi, quest’anno, come diocesi, abbiamo assistito alla canonizzazione del vescovo Scalabrini, alla beatificazione di padre Ambrosoli. Una condiscendenza di Dio nei confronti di noi cristiani, perché accettiamo di utilizzare il nostro tempo, con tutte le problematiche annesse, come un tempo adatto alla nostra santificazione, ma anche alla edificazione del mondo come Dio lo vuole, cioè a vantaggio di tutti e non solo dei ricchi e dei potenti. Ne siamo coscienti?

Il Signore, attraverso questi suoi servi, ci ha detto che possiamo usufruire di questo nostro tempo per testimoniare il suo amore che salva a vantaggio degli altri, così come Scalabrini si è adoperato con tutte le sue forze a vantaggio degli immigrati e padre Ambrosoli a favore degli ammalati, due tra le categorie che ancora oggi richiedono particolari attenzioni e premure.

B) La conclusione del Sinodo diocesano XI

Quest’anno, poi, abbiamo concluso il nostro Sinodo diocesano, dove abbiamo cercato di comprendere come diventare testimoni e annunciatori della misericordia di Dio. Non basta aver tirato un sospiro di sollievo per aver concluso una avventura che ci è apparsa fin troppo prolungata! È necessario fare in modo che quanto il Signore ci ha fatto capire va ora incarnato attraverso alcune scelte significative e concordi, ossia accolte e partecipate da parte di tutti, se non vogliamo che gli orientamenti pastorali e le norme del Sinodo non restino inermi in una biblioteca, testimoni di un tempo che fu. Così ci è stata aperta una via verso il futuro.

Lo Spirito santo, durante questo anno, ci ha accompagnato. Molti fratelli e sorelle si sono appassionati, tanto che uno stile sinodale può contraddistinguere il nostro camminare insieme come Chiesa. Procediamo ora con fiducia lungo questa via perché, come ci ha detto papa Francesco, lo stile sinodale è ciò che il Signore chiede alla sua Chiesa in questo nostro tempo.

C) Il vescovo di Como creato cardinale

Durante quest’ anno, infine, sono stato chiamato a far parte del sacro Collegio cardinalizio. Una scelta inattesa, che mi ha generato stupore e timore insieme, come ho più volte ribadito. Questa elezione ha riempito di tanta gioia e di santo orgoglio anche tutta la nostra Diocesi, che l’ha interpretata come un atto di amore e di bontà da parte del Papa verso la nostra santa Chiesa martire, dopo l’uccisione di don Beretta, della beata suor Laura e don Roberto.

Tuttavia, vi ricordo che quanto più grande è il dono, tanto più grande deve essere l’impegno. Lo ripeto innanzitutto a me stesso, per le responsabilità che mi sono state affidate, ma anche a voi, per essere degni della fiducia che il Signore ha offerto alla nostra Chiesa di Como.

È l’invito a non fermarsi a guardare il mondo dall’esterno, ma ad averne una visione globale, condividendo con passione i tanti problemi di uomini, donne, bambini, anziani, insieme alle vicissitudini della Chiesa intera, diffusa su tutta la terra, in tante parti ancora perseguitata e oppressa, soprattutto là dove si impegna a promuovere i diritti delle persone e protegge e sostiene i poveri.

Conclusione

 Siamo tutti invitati a uno sguardo attivo, a un impegno che promuove giustizia e pace, che suggerisce solidarietà e condivisione con tutti, che stimola alla custodia del creato, senza fermarsi a rimirare il nostro piccolo mondo circoscritto, dove a volte siamo tentati di commiserarci per ciò che non va, o all’opposto, di crederci migliori per i doni ricevuti.

Offriamo al mondo una immagine di Chiesa unita, attenta ai poveri, agli esclusi, che promuove gesti di pace e di accoglienza. Pronta a proclamare il Signore Gesù come nostro maestro e signore.

Solo così saremo in grado di testimoniare una vera gratitudine al Signore per l’anno trascorso, un anno che non è passato invano, un anno segnato dalla misericordia di Dio.

Egli non cesserà di scrivere, insieme con noi, pagine di bene anche nel corso del nuovo anno, ormai alle porte.

                                                                                  Oscar card. Cantoni, vescovo di Como

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