Funerale don Angelo Ferrario

In questi giorni, in cui facciamo memoria della nascita di Gesù Cristo, figlio di Dio e ver uomo, nato da Maria, ci domandiamo quale sia il dono nuovo che Egli ci ha portato con la sua venuta.

Assumendo la nostra carne, Gesù Cristo ci ha offerto la possibilità di diventare noi pure figli di Dio, attraverso di Lui, il Figlio amato.

Ce lo ricorda s. Ireneo, vescovo di Lione nel II secolo, con questa splendida espressione: “Nel suo amore sconfinato, Cristo è diventato ciò che noi siamo per fare di noi ciò che Lui stesso è”.

Con questa certezza nel cuore possiamo allora affidare a Dio Padre in piena e totale fiducia il nostro fratello d. Angelo, che nella sua vita ha accolto il dono di Dio mediante una libera relazione d’amore con Lui e godendo intimamente di questo privilegio: “Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio e lo siamo reamente”, ci ha riferito san Giovanni nella prima lettura. Siamo costituiti figli di Dio non in virtù dei nostri meriti, ma per la ricchezza della sua misericordia.

Oggi dunque consegniamo al Padre il nostro don Angelo che Egli riconosce e accoglie, in quanto battezzato, come vero figlio.

Con il ministero ordinato, poi,  D. Angelo ha dedicato tutta la sua lunga vita (classe 1925) per aiutare i suoi fratelli a imparare a vivere nella Chiesa da veri figli di Dio, perché questo è l’impegno prioritario che, come ogni buon pastore, egli ha cercato di attuare in 69 anni di sacerdozio.

Vivere da figli comporta per ogni discepolo del  Signore di sintonizzarsi sempre più con lui, che ha trascorso l’intera vita terrena in filiale obbedienza al Padre, sempre in ossequio alla sua volontà, proprio come annunciato nel Vangelo appena proclamato. “Sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato” (Gv 6,37). Il progetto di Dio è che “chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna”.

Questa è la grande aspirazione di Dio: che ogni suo figlio possa partecipare alla sua stessa vita divina.

A questa dignità è elevato l’uomo che crede in Cristo Gesù, il testimone fedele del Padre e il principe della pace. Il Cristo risorto, luce del mattino, che sconfigge le tenebre, introduce i figli di Dio nel giorno senza tramonto.

Affidato alle buone mani di Dio, don Angelo, ricordati di noi, della tua Chiesa di Como che ti ha chiamato al presbiterato e che tu hai servito con grande disponibilità.

Ricordati di quanti hai accompagnato nel loro cammino di fede là dove l’obbedienza ti ha destinato. Intercedi per questa Chiesa che ha tanto bisogno di famiglie sante e di zelanti pastori.

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