Giornata della riconoscenza 2022

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Oggi per noi è giorno di memoria, tempo di intercessione. Como non dimentica il bene ricevuto, la vicinanza fedele di Dio nei confronti di questo nostro popolo, i suoi interventi di salvezza, manifestatisi nel corso della storia. È per questo che siamo qui, in questo luogo santo, così caro a tutti i comaschi.

Così ci giunge quanto mai attualissimo l’invito pressante dell’apostolo Paolo nella seconda lettura di oggi. “Raccomando che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo condurre una vita calma e tranquilla, dignitosa e dedicata a Dio”. I tempi che stiamo attraversando, con le diverse problematiche e tensioni che tutti conosciamo, le prospettive di un autunno difficile per tutti, mentre suscitano il dovere di sentirci in tutti responsabili e coinvolti, ci invitano, nello stesso tempo, ad affidarci a Dio, che guida segretamente al bene la storia dei popoli, come quella di ciascuno di noi.

Pregare non significa per nulla delegare a Dio le nostre responsabilità. L’uomo deve fare la sua parte. Il suo impegno è doveroso e imprescindibile. Pregare significa fare in modo che le nostre scelte, personali e comunitarie, corrispondano al piano di Dio, che è sempre a favore dell’uomo, senza escludere nessuno, anzi prendendosi cura dei più emarginati, perché Dio è difensore dei poveri e dei deboli.

Ci è utile a questo punto e più facile la comprensione della parabola evangelica di oggi, in cui chiaramente Gesù non loda e non ci invita certo ad imitare la disonestà dell’amministratore, quanto piuttosto la sua intraprendenza, la sua sana creatività.

Si tratta di un uomo che sa organizzarsi, che cerca con intelligenza e scaltrezza le vie più opportune per uscire dalla sua attuale situazione difficile in cui viene a trovarsi, che confida nell’amicizia tra le persone, per cercare soluzioni appropriate e dignitose per il suo futuro.

È un uomo che non si lascia abbattere dalle difficoltà presenti, che non si accontenta del suo passato, ma che sa cercare alleanze che gli consentono di progredire, facendo in modo che anche le ricchezze siano trasformate in strumenti di solidarietà e di fraternità.

“Fatevi degli amici attraverso le ricchezze, ossia i doni che ciascuno di noi ha ricevuto, diventino strumento per essere accolti nelle dimore eterne. Ossia perché nel giudizio finale, nell’ora del rendiconto, le persone che abbiamo aiutato possano testimoniare il bene che essi hanno ricevuto con ampiezza da noi.

Il Signore benedica e promuova i nostri propositi di impegno per contribuire al progresso della pace e della felicità di tutti i nostri concittadini, in uno spirito di vera solidarietà.

Oscar Card. Cantoni

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