Pellegrinaggio al Soccorso 2024

Giovani, pellegrini di speranza

Le parole del Vescovo ai giovani

Sabato 20 aprile 2024 il vescovo Oscar card. Cantoni ha guidato il Pellegrinaggio dei giovani alla Madonna del Soccorso al Sacro Monte di Ossuccio, in occasione della Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni.

 

Qui di seguito le parole che il Vescovo ha rivolto ai giovani:

Vidi un cielo nuovo e una terra nuova. Il cielo e la terra di prima, infatti, erano scomparsi e il mare non c’era più. (Ap 21).

Siamo alla parte finale del libro dell’Apocalisse, dove Cristo, già attivo nella storia, con la sua potenza di risorto, porta Dio e l’uomo in contatto diretto reciproco. L’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo porterà la Chiesa, a cui toglie il peccato, a un livello di amore paritetico tra Dio e gli uomini, quindi a una intensa familiarità. La fidanzata diventerà la sposa. Dio e l’uomo abiteranno nella stessa tenda, nella stessa casa. come in una famiglia.

Come pellegrini di speranza siamo chiamati non solo a gioire per questo “cielo nuovo e questa terra nuova”, ma anche ad anticipare questo evento già qui, in questa nostra terra e in questo nostro tempo.

Il cielo nuovo e la terra nuova che costituiscono il sogno di Dio per l’umanità e perciò si realizzerà a tempo debito, ma non senza di noi. Infatti, ciascuno di noi è chiamato, quale collaboratore di Dio, a preparare fin da oggi le condizioni perché tutto ciò avvenga.

Siamo chiamati nella fede del Signore risorto a testimoniare oggi gli effetti benefici della sua risurrezione, la sua vitalità di risorto, con il superamento del male, nonostante i fallimenti umani, l’indifferenza dei molti che si danno ormai per vinti, certi che il male, la violenza, la ferocia, continueranno a prevalere sulla faccia della terra.

I cieli nuovi e la terra nuova necessitano di ciascuno di noi, disposti a generare continuamente segni di vita nuova nell’oggi della nostra storia, ad essere artigiani di fraternità, costruttori di ponti, seminando, ovunque noi siamo, con la nostra vocazione specifica, gesti benefici di pace, di fraternità e di comunione.

Ciascuno di noi si domandi con lealtà:

quali segni di vita nuova oggi, concretamente sto realizzando, così da contribuire ad anticipare i cieli nuovi e la terra nuova promessi? Come collaboro a far germogliare i frutti della risurrezione del Signore all’interno della mia famiglia, tra i miei compagni di scuola, nel mio tempo libero?

 

E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo.

La nuova Gerusalemme è la chiesa santa, la sposa amata da Cristo suo Signore, finalmente senza macchie e senza rughe. E già per questa sua immagine la Chiesa è degna di tutto il nostro amore. Una Chiesa divenuta “la nostra dolce casa”, che apre le sue braccia e accoglie tutti.

Perciò una casa dove tutti possono sentirsi attesi, amati, compresi, perdonati.

Una Chiesa/casa che annuncia e testimonia il sogno di Gesù, quello di formare una sola famiglia, unita nell’amore di Dio e stretta nel vincolo della carità, della condivisione e della fraternità.

Fare della nostra Chiesa una casa accogliente è compito di tutti i battezzati e ciascuno può fare fin da adesso la sua parte. La Chiesa è la tua e la nostra casa, essa risplende di bellezza per tutte le vocazioni che la costituiscono.

 Quanto ti sai appassionare, impegnandoti nella cura amorevole di coloro che ti stanno accanto, nell’ambiente in cui abiti?

Quali spazi fraterni e attraenti potreste costruire come gruppo per poter vivere nei vostri oratori occasioni di vera fraternità, così da poter creare nuovi e solidi legami? Come aiutarsi in un gruppo fraterno a cercare le motivazioni per giungere a una scelta di vita nel matrimonio, nel ministero ordinato, nella vita consacrata, nel laicato vissuto nel mondo?

 

E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno.

La vittoria della vita nella sua pienezza, che il Risorto ci assicura negli ultimi tempi come frutto della sua morte in croce e risurrezione, può essere da noi anticipata mediante uno stile di promozione e di difesa della vita, dentro una cultura di morte, oggi di moda. Occorre imparare a creare relazioni semplici, fondate sull’accoglienza, sulla ospitalità, su gesti premurosi e cordiali.

Fare casa significa creare le occasioni tra di noi per imparare a camminare insieme nel maturare una cultura della vita, del profondo rispetto della dignità di ogni persona, dalla nascita fino alla morte naturale, della lotta alle varie discriminazioni, oggi vigenti, fino all’accoglienza dei feriti dalla vita. Non dimentichiamo che la dignità umana non viene concessa da altri esseri umani a partire dalle doti e qualità di una singola persona. Tutti gli esseri umani possiedono la medesima e intrinseca dignità, indipendentemente che siano in grado o meno di esprimerla adeguatamente. Ogni persona è amata da Dio nella sua unicità.

A colui che ha sete io darò gratuitamente da bere alla fonte dell’acqua della vita.

Personalmente sogno una Chiesa che possa rispondere agli attuali bisogni della fede e allo stesso tempo agli odierni segni dei tempi, ossia una Chiesa casa di comunione, che diventi una scuola di vita e di sapienza evangelica, un ospedale da campo, un centro spirituale di adorazione e contemplazione, ma anche un luogo di incontro e di dialogo per il servizio di accompagnamento spirituale e di riconciliazione, dove sia possibile condividere l’esperienza della fede.

Oscar card. Cantoni

 

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