“Guardare in alto…”

L’ assunzione di Maria, madre di Gesù e madre nostra, alla gloria celeste in anima e corpo, è stata solennemente definita da papa Pio XII nel 1950, ma tutta la storia della Chiesa testimonia come il popolo santo di Dio abbia fin da subito riconosciuto questa mirabile verità e ne abbia intimamente gioito.

Si sono realizzate così le profetiche espressioni di Maria riportate nel Magnificat: “tutte le generazioni mi chiameranno beata “.

Era ben giusto, come viene ricordato nel prefazio di questa celebrazione, che “non conoscesse la corruzione del sepolcro Colei che in modo ineffabile ha generato nella carne il suo Figlio, autore della vita”.

Maria, assunta alla gloria del cielo, non si è tuttavia allontanata da noi, non si è estraniata dalla nostra storia e dalle vicissitudini nelle quali siamo coinvolti di giorno in giorno.

Ella ci è vicina, si prende cura di noi, ci accompagna con cuore di madre. Può ascoltare, può consolare, ha il cuore largo come il cuore di Dio, che ci visita proprio attraverso di Lei.

Nel corso delle giornate mondiali della gioventù di Lisbona, appena concluse, papa Francesco, ha definito Maria come “Colei che va di corsa”, cioè Colei che si affretta a stare vicino a noi, che accorre ogni volta che c’è un problema, che non indugia. Si affretta perché Maria è madre e come tale è sempre pronta a venirci in aiuto.

La vergine Maria è riconosciuta come il primo frutto della vittoria di Gesù nella sua passione e risurrezione.

Ella ci è vicina perché noi non ci lasciamo vincere dagli assalti del male, quando temiamo che l’enorme drago rosso, descritto nel brano dell'”Apocalisse, ci possa travolgere e prevalere.

A volte, infatti, noi siamo tentati di credere che il nostro impegno nel fare il bene sia inutile, che superfluo e vano sia il perseverare nel costruire rapporti di pace e di solidarietà. Le forze del male tentano di opprimerci e sembrano annientarci, ma Dio è il più forte. Maria ce lo ricorda, essendo Ella la prima salvata, il primo membro del popolo di Dio che esalta la vittoria definitiva di Dio sul male e sulla morte.

Cristo risorto ha vinto le forze del male e Maria ci è vicina perché riusciamo a vincerlo anche noi con la potenza dell’amore che Dio non cessa di comunicarci.

Maria, inoltre, canta la gloria di Dio insegnandoci a “guardare in alto”, ossia a tenere costantemente fisso lo sguardo in Dio.

Mentre siamo ancora pellegrini sulla terra, Maria ci invita a non confidare nei soli beni terreni, molto passeggeri e fugaci, a non porre le nostre sicurezze nelle cose di quaggiù, frutto di mondanità e superbia, ma di anticipare il paradiso preparandolo in modo che già fin da ora prevalgano i beni eterni, quelle ricchezze, cioè, che sono un segno che prelude al mondo futuro.

Anticipare già qui il paradiso, pregustandone la gioia, la pace, la comunione, attraverso quei segni di novità evangelica quali la fraternità, l’accoglienza di tutti, il perdono, e tutti gli episodi di bontà vissuti nel quotidiano, con costanza, non solo nelle grandi occasioni.

Questo ci insegna Maria assunta in cielo, a questo invita noi tutti, ancora pellegrini sulla terra.

Oscar card. Cantoni

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