Santuario di Tirano

Ingresso del nuovo rettore don Giuseppe Romanò

Le parole del Vescovo

Santuario della Madonna di Tirano.

8 dicembre 2023.

Caro don Giuseppe,

nella solennità della Immacolata Concezione di Maria, ti viene affidato un ministero prezioso e qualificato, un compito di alta responsabilità: l’animazione di questo nostro Santuario, con l’aiuto e il sostegno di altri sacerdoti collaboratori, dediti con te all’accoglienza dei pellegrini e dei visitatori, animatori liturgici e soprattutto impegnati nella celebrazione del sacramento della Riconciliazione. Li presento con te a questa assemblea, mentre li ringrazio per il prezioso contributo. Sono don Battista Rinaldi e don Ferruccio Citterio. Come ministro della Riconciliazione sono lieto che si affianchi anche il vescovo mons. Luciano Capelli, come pure gli altri sacerdoti del vicariato. Mentre lo scorso sabato 2 dicembre ho accompagnato in Val Gerola don Samuele Fogliada, che qui ti ha preceduto e che ringrazio per il suo impegno apostolico.

Tu, don Giuseppe, hai appena concluso con frutto un compito molto delicato, quale l’accompagnamento spirituale dei nostri seminaristi, che oggi ti sono affettuosamente vicini con la loro presenza, dopo aver svolto il ministero pastorale dapprima come vicario e poi come parroco in diverse parrocchie, tra cui, da novello sacerdote, a Tirano, prima sede dei tuoi mandati apostolici.

Ora tu ritorni in questa Città con il compito di custodire e promuovere questo Santuario mariano, che è ritenuto una “perla preziosa” di questo territorio, un “gioiello d’arte”, ma soprattutto un punto di riferimento per la fede di tanti cristiani, che giungono qui da ogni parte, assetati di senso, alla ricerca di riconciliazione e di pace.

Si tratta di un luogo che testimonia la fede viva dei nostri padri, che nei secoli hanno contribuito a rendere questo Santuario uno scrigno di bellezza, un punto di attrazione per tanti che entrano qui anche solo come turisti, e che poi rimangono stupefatti e incantati dalla meraviglia e dal mistero che spontaneamente da esso promana.

Come già sai, il nostro Santuario è legato ad una storia ben precisa, in cui Maria si è presentata il 29 settembre 1504 a un uomo semplice e mite, il beato Mario Omodei, con un messaggio che continua a realizzarsi nel tempo, fino ad oggi: prolunga la promessa di un bene che giova alla salute fisica e spirituale, a quella “cura dell’anima” che troppo spesso viene sottaciuta o negata, ma che invece è indispensabile per una vita in pienezza, degna dei figli di Dio.

Così questo Santuario, santificato dalla presenza di Maria, dona ancor oggi consolazione, pace e speranza a tutti coloro che lo frequentano, credenti e anche a quanti credono di non credere.

È uno strumento di irradiazione della grazia di Dio, che attraverso la presenza materna di Maria, attrae tante persone, spesso lontane dal frequentare le parrocchie in cui risiedono, ma che restano segnate dalla misericordia di Dio, che permette loro una rigenerazione spirituale molto benefica per affrontare le tensioni e le sfide della vita personale e sociale.

Nel libro sinodale “Testimoni di misericordia”, pubblicato lo scorso anno per la nostra Diocesi, ho voluto sottolineare più volte l’importanza dei Santuari oggi, raccomandando la cura che in essi occorre investire, perché possano giovare alla edificazione per quanti cercano Dio, per chi abbisogna di pace, di consolazione e di perdono, per coloro che vogliono intensificare la loro fede attraverso l’intercessione di Maria.

Sono convinto che i Santuari assumeranno nel futuro una importanza ancora maggiore di quella attribuita oggi. Diverranno come delle “città sul monte“, che attraggono quanti hanno sete di Dio e si rifugiano sotto la protezione materna di Maria.

Papa Francesco, ricevendo in Vaticano, nel novembre scorso, i rettori di vari Santuari diffusi nel mondo, si augura che rimanga sempre viva la preoccupazione perché i Santuari siano realmente luoghi privilegiati di preghiera, in primo luogo con il sacrificio eucaristico, ma anche con il Rosario, che aiuta a pregare attraverso la meditazione dei misteri di Gesù e della Vergine Maria. Raccomanda, poi, che nei Santuari si dedichi particolare attenzione all’adorazione, per ricevere il dono dell’amore di Dio e poterlo testimoniare nella carità fraterna.

In secondo luogo, il Papa ricorda che “si va ai santuari per essere consolati“. Ogni persona, infatti, porta con sé nello spirito e nel corpo un peso, una pena, una preoccupazione. L’essere consolati dalla misericordia di Dio aiuta, a nostra volta, ad essere disponibili a consolare gli altri.

Da ultimo, papa Francesco sottolinea che si va al Santuario per guardare al futuro con maggior fiducia. È necessario che i pellegrini siano bene accolti, perché possano ritrovare la pace, ricevendo parole e segni di speranza.

Caro don Giuseppe, questa casa di Maria è ora affidata alle tue premure. Fa’ in modo che diventi una casa accogliente, in piena unità con la pastorale di questa parrocchia di Tirano e dell’intero Vicariato, e quindi per la testimonianza di piena collaborazione tra i sacerdoti che la animano. Li ringrazio per l’impegno, la passione e la cura che essi esprimono, mentre sono profondamente grato a mons. Andrea Salandi, che in questi mesi si è prodigato nel coordinamento del Santuario. Auguro a tutti di vivere un gioioso clima di famiglia, favorendo anche l’accoglienza con gli altri presbiteri che chiedono ospitalità fraterna.

Gli orientamenti che qui ho espresso diventino l’orizzonte di fondo che anima la tua presenza in questo Santuario, che fa di Tirano, come ho già più volte sottolineato, la “capitale spirituale della Valtellina”.

Oscar Card. Cantoni

Vescovo di Como

Ingresso rettore Santuario di Tirano don Giuseppe Romanò – 8 dicembre 2023

condividi su