Omelia Pentecoste

Asceso alla gloria del cielo, da dove guida i sentieri dell’uomo e dirige efficacemente la storia del mondo, il Signore Gesù ci dona ora lo Spirito Santo vivificante, come frutto maturo della Pasqua.

Con la presenza dello Spirito Santo tra noi siamo  aiutati non solo a comprendere meglio il Vangelo di Gesù, ma anche a testimoniarlo con gioia, in piena consapevolezza, felici di appartenere al popolo di Dio, presentandoci come persone che si affidano al  Signore e trovano in  Lui il significato profondo della loro vita.

Chi segue Gesù deve essere disposto a camminare secondo lo Spirito, come ci invita la seconda lettura di oggi, lasciandosi docilmente guidare da Lui.

È l’augurio sincero e fraterno che rivolgiamo a questi giovani, che si sono preparati nel corso dell’anno a ricevere il dono dello Spirito santo nella Cresima, che sarà tra poco a loro trasmesso.

La presenza trasformante dello Spirito Santo è ciò che rende nuova, bella ed amabile la nostra vita, che non può più essere quella di prima, soggetta alla schiavitù della mondanità.

Chi si lascia guidare dallo Spirito Santo  deve poter sperimentare nella sua esistenza una novità che lo caratterizza e lo distingue, ossia la possibilità di agire con quella libertà che sceglie spontaneamente, e con gioia, il bene da compiere ed evita il male perché lo riconosce contrario al senso globale della sua vita nuova.

È vero, tuttavia, che il male tende a ingannarci e nella nostra debolezza, a volte, ci lasciamo da esso affascinare, soprattutto quando si presenta sotto le false apparenze del bene.

Lo Spirito Santo, tuttavia, ci consola, ci libera, ci rialza e ci dona sempre nuove energie perché trionfi in noi la verità e la giustizia e così il bene possa risplendere ai nostri occhi, lo possiamo coltivare in noi e diffondere attorno a noi.

Frutto dell’azione dello Spirito Santo deve essere il nostro nuovo rapporto con gli altri.

I doni dello Spirito, annunciati da S. Paolo, hanno una valenza sociale, così che le persone che vivono accanto a noi, nell’atmosfera quotidiana, devono poterli riconoscere immediatamente. Doni quali amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, fedeltà mitezza, dominio di se’ dovrebbero evidenziarsi davanti a quelle persone con le quali intratteniamo relazioni quotidiane, nell’esercizio responsabile e generoso della nostra missione, davanti alle quali non si può fingere. Quando siamo senza maschere e senza difese, emerge immediatamente se questi doni incidono profondamente la nostra personalità o sono solo delle verità apparenti, senza una vera appropriazione personale.

Da qui comprendiamo che, come ci ricorda Papa Francesco nella recente esortazione apostolica “Gaudete et exultate” “il cristianesimo è fatto soprattutto per essere praticato e se è anche oggetto di riflessione, ciò ha valore solo quando ci aiuta a vivere il Vangelo nella vita quotidiana” (109). Nessun spazio della nostra vita, dentro le azioni della giornata, può essere escluso.

Lo Spirito Santo, che oggi ci viene donato, infonda in noi il gusto del bene e ci doni di crescere sempre più nel nostro cammino di santificazione.

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