Domenica 17 marzo 2024

Vicariato di Cermenate

Chiusura della Visita pastorale

Siamo al momento culminante della visita pastorale a questo vicariato. Cristo risorto celebra per noi e con noi l’Eucaristia, centro e cuore della vita della comunità cristiana. È un appuntamento settimanale di cui assolutamente non possiamo farne a meno.

Qui ci incontriamo tutti. Tanto diversi tra noi, ciascuno con i propri doni e insieme con le proprie ferite. Ci confermiamo nella fede fratelli e sorelle tra noi, in un forte legame relazionale, in virtù dello stesso Corpo di cui facciamo parte, uniti al medesimo Capo, il vivente Signore Gesù, che ci nutre e ci dona continuamente il suo Spirito. Egli ci vivifica perché possiamo essere veri testimoni e annunciatori della misericordia di Dio.

Dall’alto della sua croce, Cristo Signore attira tutti a sé. Lo fa anche attraverso il ministero dei suoi pastori, che invia al suo popolo santo quale segno di vicinanza, di consolazione e di tenerezza.

È questo il dono pastorale che ho invocato a tutti voi come frutto di questa mia visita, venerdì scorso, nella celebrazione iniziale, nella chiesa di Asnago di Cermenate e che mi auguro abbiate potuto sperimentare in questi brevi, ma intensi nostri incontri.

Ringrazio i vostri sacerdoti, che in queste ultime settimane vi hanno aiutato a predisporvi ad accogliere la visita pastorale nelle giuste disposizioni di fede, ossia riconoscendola come un vero incontro con il vivente Signore Gesù che attraverso i suoi pastori, viene a visitare il suo popolo, che ha tanto bisogno di vicinanza, compassione e tenerezza.

Si è verificata di nuovo la scena del vangelo di oggi, quando alcuni greci si avvicinano a Filippo perché vogliono vedere Gesù. “Filippo, ci racconta il vangelo, andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù”. Egli vuole avere degli intermediari che lo presentino al vivo, ma insieme è Lui stesso a rivolgere a ciascuno la sua parola di vita.

Io non ho parole originali, totalmente mie, sono soltanto un’umile presenza che parla nel nome e con le espressioni stesse di Gesù.

“In verità vi dico: se il chicco di grano caduto a terra non muore, rimane solo, se invece muore produce molto frutto”. Con questa immagine, così immediata per gente che coltiva la terra e conosce la dinamica del seme, Gesù annuncia la sua prossima morte, che però è destinata a generare vita nella risurrezione.

L’annuncio di Gesù, tuttavia, non si conclude qui. Egli afferma che “chi ama la propria vita la perde“, ossia invita i suoi discepoli a non trattenere come un possesso geloso la propria vita, ma a viverla intensamente, come ha fatto Lui, che l’ha totalmente donata.

“Se uno mi vuol servire mi segua, se uno mi serve il Padre lo onorerà“. Il Signore chiede a noi tutti e alla nostra Comunità cristiana un supplemento d’amore.

Nella società in cui viviamo, spesso lontano da Dio, dimentico del suo amore, la nostra presenza di discepoli del Signore deve distinguersi per la bellezza e la gratuità del nostro dono, che si rende disponibile a tutti, che viene incontro alle tante necessità delle persone, che dona promesse di vita e di speranza a chi ne è privo e che sperimenta tanta solitudine e vuoto.

In questi giorni ho incontrato molte persone adulte. Sono la testimonianza di una radicata, feconda presenza cristiana nel vostro ambiente di vita.

A voi adulti vorrei rivolgere questo invito: siate molto vicini ai ragazzi e ai giovani, accompagnateli con discrezione, ma anche con tanto affetto. Essi hanno bisogno della vostra esperienza di vita, della vostra sapienza, della testimonianza del vostro impegno di carità. Saranno poi i giovani stessi a esprimere, a loro modo e nelle forme ad essi più confacenti, quella ricchezza di vita cristiana che voi avete immagazzinato e testimoniato nel corso degli anni.

E voi, giovani, non dimenticate di essere eredi di cristiani adulti che hanno servito il Signore, la comunità cristiana e quella civile, dando un senso pieno alla loro vita, promuovendo un umanesimo intenso e fecondo e sono venuti incontro, testimoniando la compassione di Dio, a quanti hanno richiesto loro attenzione e cure.

E voi sacerdoti, dite con la vostra vita, la gioia e la fecondità del Vangelo, che trasforma il cuore di coloro che operano seguendo i suoi insegnamenti.

Oscar card. Cantoni

 

 

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