Inauguriamo questo nuovo anno alla luce della santa di cui oggi facciamo memoria: s. Teresa di Gesù bambino e del Volto Santo. Una santa tanto amata dalla gente, anche non cristiani, che potete conoscere e seguire nel suo cammino di fede. Ne trarrete un grande vantaggio. È la santa della “fiducia piena, che diventa abbandono all’amore, fiducia che ci libera dai calcoli ossessivi, dalla costante preoccupazione per il futuro, dai timori che tolgono la pace” (n. 24, C’est la confiance, Esortazione Apostolica di papa Francesco).
Alla sua scuola potete essere certi: siete nelle mani di un padre che vi ama senza limiti, qualunque qualsiasi cosa succeda. È facile alla vostra età domandarsi: “Cosa sarà di me se seguo il Signore? Sarò felice? Sarò in grado di far felici gli altri?”. La testimonianza di questa santa deve togliervi ogni dubbio.
Nella prima lettura, dal libro di Neemia (2, 1-8), viene presentato un uomo che vuole impegnarsi a ricostruire la sua città decaduta. Avverte la mano benefica di Dio su di lui e perciò non esita ad essere autorizzato a partire per realizzare questo suo grande desiderio. Un passo analogo lo si legge nella vita di s. Francesco, quando in sogno gli appare il Signore e gli dice: “Va’, Francesco, ripara la mia Chesa, che, come vedi, va in rovina” (cfr. Giotto nella basilica superiore di Assisi).
Credo che questa profonda attrazione ad amare e servire la Chiesa, di poter contribuire al suo rinnovamento (Ecclesia semper reformanda) sia ben presente in ciascuno di voi. Vivete fin da ora con l’impegno di renderla sempre più bella, a immagine della Trinità, capace di essere un segno di speranza per gli uomini del nostro tempo e pronta ad accogliere ed aiutare tutte le persone a diventare ciò che sono chiamate ad essere.
È una passione che dovete coltivare nel cuore, con grande entusiasmo, per poter diventare veri servitori nella vigna del Signore. Ciascuno con i propri doni, in umiltà e spirito di servizio, aiutiamoci a considerare la Chiesa, in sé stessa, senza peccato, sapendo bene che essa non è mai nei suoi membri senza peccatori.
Questi sono anni in cui potete imparare a servire la Chiesa e a conoscerla nei suoi membri, chiamati tutti alla santità. I sacerdoti sono nella Chiesa chiamati a questo ministero: promuovere la gioia e la fede dei fedeli, per donare a ognuno una risposta di vangelo. Per questo val bene la pena di prepararsi adeguatamente, con uno studio assiduo, aprendovi anche alle molteplici realtà esterne di missione e di vita vissuta, comprese esperienze di sofferenza, come il carcere, gli ambienti disagiati e le diverse forme di povertà. Tornando in seminario vi scoprirete diversi, come diversa sarà la qualità della vostra preghiera, diverso lo studio, diverse le relazioni tra voi.
A volte potrete essere indotti dall’ambizione personale, che vi fa credere che la vita sacerdotale sia una vita comoda e tranquilla, una occasione per una carriera facile. Considerate questa possibilità come una forte tentazione da cui scappare. Per questo è estremamente significativo il vangelo di oggi, in cui Gesù, senza paura di perdere qualcuno dei suoi discepoli, elenca in maniera lucida le esigenti condizioni della sequela. Per seguire Gesù occorre imparare a sradicarsi dal proprio ambiente, anche affettivo, dalle proprie personali vedute, spesso ristrette, per entrare in un progetto più grande, che supera le nostre personali prospettive. Il prete non si appartiene: è il titolo di un libro che appunto descrive il desiderio sincero di seguire Gesù, senza tuttavia porre condizioni previe. Permettete che il Signore possa compiere in voi la sua opera; lasciatevi condurre dove il Signore vuole usarvi. Intanto disponete la vostra volontà a costruirvi una personalità ecclesiale, passando dall’io al noi, senza badare a vostri personali ed esclusivi interessi, ma a cercare sinceramente quelli del regno di Dio.
Buon anno a tutti!
Oscar card. Cantoni