Giubileo dei cantori

Cattedrale di Como, 25 maggio 2025

Nel corso di questo anno santo, in questa cattedrale, chiesa madre di tutte le chiese della diocesi, si succedono a turno le diverse categorie di persone, che accolgono con gratitudine la grazia giubilare.

Entrano tutti come “pellegrini di speranza” , ossia si sentono umilmente persone in ricerca, in un cammino non sempre facile, anzi, a volte tortuoso, ma nella consapevolezza di essere sempre attesi, chiamati per nome, riconosciuti nella originalità propria, accolti dal Signore risorto e dal suo Spirito, il quale infonde in ciascuno la consapevolezza di essere amato e perdonato.

Da qui la persuasione di poter continuare ad affrontare e sostenere le responsabilità della vita, nella speranza certa di essere sorretti, sempre e in ogni caso, dall’amore fedele di Dio, che non delude mai. La speranza cristiana non è un semplice ottimismo umano, perché è fondato sulla fedeltà di Dio, che mantiene sempre e realizza ciò che ha promesso.

Con questi stessi sentimenti avete anche voi varcato oggi con gioia la soglia della nostra cattedrale, non però come semplici cristiani anonimi, ma facenti parte di un corpo, quindi con una identità precisa, membra vive di una Comunità, dove ciascuno si pone al servizio degli altri, offrendo sé stesso, con i doni che possiede.

All’interno della vostra comunità parrocchiale voi vivete un ministero specifico, un compito molto prezioso, quello del canto. Non certo per sentirvi protagonisti esclusivi nella celebrazione liturgica, ma per sorreggere e accompagnare l’assemblea tutta, che innalza a un’unica voce la lode al suo Signore.

Vi ringrazio di cuore per il servizio che svolgete, a volte anche a prezzo di grandi sacrifici, ma nella consapevolezza di aiutare, attraverso la vostra voce, tutta l’assemblea a sentirsi una cosa sola, un popolo che loda il Signore per le meraviglie di grazia che Egli compie a vantaggio del suo popolo amato.

L’immagine del coro come il vostro, con la compresenza e la varietà dei suoi elementi, aiuta a comprendere meglio il vangelo che oggi abbiamo ascoltato. Arriviamo facilmente a definire l’azione dello Spirito santo nella Chiesa: egli è come il direttore del coro.

È lo Spirito Santo, infatti, che guida la Chiesa, la sostiene e la incoraggia nei tempi della prova, aiuta a comprendere più facilmente la parola di Gesù e ci spinge ad attualizzarla nella nostra vita.

Lo Spirito santo è definito il “maestro interiore”: solo lui può raggiungere l’intimo dei cuori, solo Lui può convincere i credenti perché sperimentino di essere veri figli di Dio, e nello stesso tempo, discepoli amati da Cristo, suo Figlio.

Solo lo Spirito santo è capace di farci sentire bisognosi di unità, cosi da presentarci, dentro un mondo tanto diviso e contrapposto, solidali e compatti come un solo corpo in Cristo.
Quanto più viviamo docili alle ispirazioni dello Spirito santo, tanto più saremo uniti tra di noi.

È questo il segreto per cui è avvenuta, nel recente Conclave, la scelta concorde e rapida di Colui che abbiamo riconosciuto essere stato scelto dal Signore come vescovo di Roma e guida suprema della Chiesa universale. E voi tutti mi confermate che si è trattato di una bella scelta! È molto chiarificante il suo motto: strettamente uniti a Lui, Cristo, siamo una cosa sola! In Illo uno, unum.

Oscar card. Cantoni

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