Giubileo dei Docenti

Cattedrale di Como, 9 settembre 2025

Carissimi fratelli e sorelle amati dal Signore,

siamo riuniti oggi nella nostra Cattedrale per celebrare l’Eucarestia in questo anno giubilare che Papa Francesco ha voluto fosse caratterizzato dal tema della Speranza. Una speranza che non delude perché Dio ha riversato il suo amore nei nostri cuori (Cfr. Rm 5,5).

Tutto inizia dall’esperienza dell’essere profondamente amati. Questo accade nella vita di fede, così come nelle relazioni interpersonali ed anche e soprattutto nella grande sfida educativa nella quale, come docenti, siete coinvolti in prima persona.

Significative mi sembrano le parole che abbiamo ascoltato e che vorrei potessero diventare una sorta di bussola capace di orientare questo nuovo anno scolastico da poco iniziato.

  1. CHIEDERE IL DONO DELLA SAPIENZA

“Pregai e mi fu elargita la Sapienza”.

La sapienza è un dono dello Spirito, prezioso e inestimabile che aiuta a dare il giusto sapore alla vita, tralasciando tutto ciò che la rende spenta o, peggio ancora, che riempie di atteggiamenti o sentimenti che dividono, che ci pongono gli uni contro gli altri, che non sanno riconoscere il bene e ci rendono inquieti o lamentosi.

La sapienza è generativa, offre possibilità, apre nuove strade, non teme il cambiamento. Lo splendore che viene da lei non tramonta. È comunicativa la sapienza, aiuta a riconoscere che il valore sta nell’unicità e non nell’uniformità.

Anche noi proviamo stupore ogni volta che abbiamo la possibilità di incontrare qualcuno che pronuncia parole capaci di trasmettere la sapienza del vivere, una sapienza sulla vita e sulla morte, sull’amore, sulla paura e sulla gioia. Parole che aiutano a vivere meglio. Di fatto, sono autorevoli soltanto quelle che accrescono la vita.

Ecco allora il primo invito:

  • Seminare parole sapienti e di speranza nel cuore dei nostri ragazzi, ma anche tra colleghi di lavoro e con tutti coloro che sono coinvolti a vario titolo nel mondo della scuola. Infatti, l’insegnamento della Religione cattolica è una risorsa fondamentale per la scuola e per la formazione integrale della persona, perché contribuisce allo sviluppo della cultura, del dialogo e della pace, oltre a favorire la crescita umana e sociale degli studenti e la convivenza civile.

 

  1. VIVERE LA LEGGE DEL SIGNORE: AMERAI!

Il salmo responsoriale ci ha ricordato l’importanza della legge del Signore, ossia di ciò che serve a orientare e dare un senso alla conoscenza e alla crescita umana e spirituale, in particolare delle nuove generazioni.

Gesù di fronte alla domanda: «Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?», così ha risposto: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente e amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti». (Cfr. Mt 22, 36-40).

Una legge per il futuro: “Amerai”. Un verbo al futuro perché questa è un’azione che non si esaurisce. È un progetto, ed è l’unico.

Vale come uomini e donne nelle nostre relazioni quotidiane, vale ancora di più nel contesto educativo, dove la superficialità delle relazioni e le grandi ferite testimoniano una mancanza d’amore. Amare i nostri ragazzi significa educare, tramettere loro i valori portanti della vita, conoscere le loro storie, aiutarli ad accettare i limiti e i fallimenti, credere nelle capacità e nelle potenzialità di ciascuno.

 

  1. IMPARARE LA MITEZZA E L’UMILTA’

 Infine, il vangelo ci invita a lodare e ringraziare per i doni che scorgiamo nella vita degli altri. È difficile ed impegnativo, perché la tentazione è quella di cogliere ciò che non va, ciò che divide e non ciò che unisce. Saper lodare significa aver compiuto un vero e proprio cammino interiore di pacificazione, che nasce dal saper stare con il Signore, ristorarsi alla sua presenza e così imparare da lui la virtù della mitezza e dell’umiltà del cuore, che ci permettono di portare il giogo dell’amore, che si traduce nella cura delle relazioni.

Solo così saprete essere per i vostri alunni dei veri insegnanti, ossia uomini e donne capaci di donare il sapere, divenendo per loro il segno concreto di un’umanità differente, capace di andare in profondità, di costruire vera fraternità, quella necessaria, soprattutto in questo nostro tempo, per guardare al futuro con grande fiducia.

Siate sapienti, generate speranza!

Amen.

Oscar card. Cantoni

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