Cari fratelli e sorelle, amati dal Signore
Ormai da quindici anni questa chiesa parrocchiale è stata dichiarata, dal mio predecessore mons. Diego Coletti, “Santuario diocesano” a lode della “Santissima Trinità Misericordia”. Da oltre un anno poi, era il 24 luglio del 2024, ho dato il definitivo “Nihil obstat” per far conoscere e vivere a tutto il popolo di Dio la ricchezza di quanto qui misteriosamente accaduto.
Anche se, da parte del Dicastero vaticano per la Dottrina della Fede, non è ancora giunto il permesso di pubblicare integralmente gli “Scritti” che hanno accompagnato e descritto la rivelazione della Misericordia divina, ciò non ha impedito che, nell’anno del Giubileo ordinario di tutta la Chiesa, qui siano stati molti i momenti di celebrazione e di grazia offerta nei sacramenti, con tanti gesti di conversione, accompagnati da scelte di impegno e di solidarietà. Per tutto ciò diamo gloria a Dio, che continua ad offrirci molti segni tangibili del suo amore fedele nel cammino dell’umanità ferita.
Vorrei riflettere con voi a partire da quanto ho scritto nel “Libro sinodale”, a conclusione del cammino dell’undicesimo Sinodo comasco: “La testimonianza della Misericordia chiede ad ogni battezzato e alla comunità intera di riconoscere il primato della grazia di Dio offerta alla nostra vita per vivere la comunione con lui, lasciarci trasformare dal suo amore ed essere discepoli missionari a servizio del Regno.” (pag. 121)
- “Riconoscere il primato della grazia di Dio per vivere la comunione con lui”: ecco il primo passo. Dio ci ama davvero, si è fatto uomo e ha preso il volto di Gesù di Nazaret, che ha consegnato se stesso fino alla morte, e col dono dello Spirito Santo ci ha “immersi” (questo il senso del Battesimo) nella stessa vita trinitaria perché, come scrive san Giovanni “fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è ancora stato rivelato” (1Gv 3,2). Misericordia non è solo il perdono dei peccati, che sempre ci viene offerto, ma questa elezione eterna che ci trasforma nel profondo donandoci una dignità infinita. Cari fratelli e sorelle, questa grazia va accolta con gratitudine e va continuamente coltivata perché non si perda a causa della nostra libertà malata. Diamo lo spazio necessario alla preghiera, all’ascolto della Parola di Dio, allo studio dei misteri della vita cristiana. Sono compiti che affido a questo e a tutti i santuari della nostra amata Diocesi!
- “Lasciarsi trasformare dal suo amore”: questo il secondo passo. Se davvero viviamo l’esperienza dell’amore di Dio, la nostra vita non può non essere trasformata. Pur con tutte le fatiche e le continue conversioni richieste dalle scelte della vita, anche dentro le ferite dei nostri peccati, la Trinità Misericordia agisce con la forza e la dolcezza di un fiume immenso che è capace di scavare anche la roccia, trasformando il deserto in un giardino. I segni dell’acqua che hanno macchiato l’altare di questa chiesa e i continui riferimenti negli Scritti alla Trinità Misericordia come ad una fonte di vita, diventano per noi un richiamo anche visivo a questa convinzione. Come ha scritto Papa Francesco in occasione dell’Anno della Misericordia: “Dal cuore della Trinità, dall’intimo più profondo del mistero di Dio, sgorga e scorre senza sosta il grande fiume della misericordia. Questa fonte non potrà mai esaurirsi, per quanti siano quelli che vi si accostano. Ogni volta che ognuno ne avrà bisogno potrà accedere ad essa, perché la misericordia di Dio è senza fine. Tanto è imperscrutabile la profondità del mistero che racchiude, tanto è inesauribile la ricchezza che da essa proviene. (Mv 24)
- “Essere discepoli missionari a servizio del Regno”: ecco il terzo passo. Ognuno di noi ha un proprio compito dentro la storia di oggi, così complessa e piena di sfide. Nella famiglia, nel mondo del lavoro, nelle relazioni sociali e nella vita stessa della comunità ecclesiale: non tiriamoci indietro, per favore, lasciamo che il fiume di grazia di cui sopra vi ho parlato possa davvero produrre tanti e buoni frutti. In particolare, ce lo richiama continuamente il magistero di Papa Leone, impegniamoci a favore della pace, ancora così lontana in troppi luoghi della nostra terra. Preghiamo con fiducia, disarmiamo anzitutto i nostri cuori e non stanchiamoci di lavorare a favore della giustizia e di ciò che costruisce relazioni di fraternità, di misericordia vissuta, di perdono offerto. Vorrei a questo proposito ringraziare i volontari di “Frontiere di Pace”, il gruppo che è nato proprio qui nella vostra parrocchia di Maccio e che ha via via coinvolto molte persone e comunità, per portare cibo e solidarietà con la vostra presenza diretta sul campo, nei luoghi dove violenza e morte sono di casa, in Ucraina, in Libano, in Siria, a Gaza. Grazie per la vostra testimonianza, non stancatevi di tenere desta l’opinione pubblica e la nostra Chiesa locale, perché non prevalga il buio, ma la luce della misericordia che fascia le ferite e indica nuovi cammini di bene.
Carissimi fedeli, sta per concludersi l’Anno Santo 2025. Sono certo che anche in questo Santuario molte sono state le occasioni per sperimentare che Dio non ci abbandona mai e per ritrovare le ragioni profonde della speranza cristiana. “Pellegrini di speranza”, lo slogan scelto per questo cammino di tutta la Chiesa, non resti semplicemente un ricordo legato a qualche occasione di visita a santuari o di celebrazioni comunitarie. Sempre siamo in cammino, sempre pellegrini che, insieme, cercano di rispondere al desiderio di Dio che tutti gli uomini siano salvati. Lasciate che la preghiera che qui ripetiamo ogni giorno possa guidare ogni vostro passo, e pregate anche per me, che sto ormai per concludere il mio servizio di pastore nella nostra diocesi di Como. E grazie per il bene che mi avete sempre dimostrato!
“Santissima Trinità, Misericordia infinita, io confido e spero in Te”. Amen!
Oscar card. Cantoni
